La ferita del tradimento

Il “diritto alla felicità” così decantato ai giorni d’oggi pare giustificare qualunque cosa abbia come fine ultimo la felicità personale.
Prendiamo un rapporto di coppia, anche il tradimento è stato sdoganato come mero atto di soddisfazione dei propri bisogni e benessere e perciò legittimo, giustificabile e atto alla redenzione.
C’è chi dice che l’infedeltà è normale, che non si può amare per sempre la stessa persona, che non si può pretendere di reprimere un bisogno fisiologico e di poca importanza...quasi a voler sottolineare che un atto così meschino sia sottile e leggero, insignificante come uno starnuto.

No, non condivido per niente questa visione moderna delle relazioni, queste inutili giustificazioni che celano, dietro ad un’apparente marachella, un’azione di una bassezza infinita.
Il tradimento resta un atto vile e meschino che lacera il cuore di chi lo subisce. Poco contano le teorie moderne secondo cui è necessario superare la visione di esclusività del rapporto, che nulla è per sempre.
È troppo facile nascondersi dietro a tendenze che giustificano scappatelle, relazioni parallele durature, mancanza di rispetto e montagne di bugie.
Dove stanno l’impegno, la cura, la comprensione? È così difficile promettere di esserci sempre? Dove sono la vicinanza e la presenza empatica?
Quando si scopre un tradimento si avverte un dolore profondo, lacerante e bruciante. Si guarda la persona con cui si condivideva tutto fino alla macabra scoperta e non la si riconosce più, la si guarda con occhi diversi, con uno sguardo poco rassicurante. Perché la persona in cui credevi in realtà è capace di imbrogliare, mentire e chissà cos'altro. Conta quindi così poco un tradimento?!?

La menzogna è l’arma che provoca una profonda ferita in chi lo subisce. Una lama tagliente che, allo stesso tempo, colpisce anche chi compie questo gesto. La persona infedele infatti tradisce in primis se stesso perché nasconde emozioni, rabbia, incapacità di controllo, debolezze e frustrazioni. Nasconde a se stesso che la relazione è finita e la trascina senza prenderne atto, in attesa che sia l’altro, scoprendo il tradimento, a mettere la parola FINE. Comodità? Vigliaccheria? Difficoltà? Chi può dirlo...
La rottura del patto di reciprocità della coppia è uno scoglio molto irto da superare, un percorso difficile e faticoso. Alla fine del cammino si può decidere se rompere definitivamente o se perdonare.
La scelta è del tutto personale, ciò che conta è il superamento per potersi liberare da ogni peso e frustrazione, per poter vedere le cose in modo distaccato e capire fino in fondo la natura del rapporto che ci legava a questa persona. Ogni storia è a sé, ha una sua natura e capire fino in fondo cosa può aver portato alla sua fine è oltremodo utile per essere consapevoli del passo che si vuole compiere.
Il tradimento cambia nel profondo chi lo subisce. È come un lutto e come tale va elaborato in ogni sua fase.
 
Se si è in grado di perdonare veramente e certi di non nutrire alcun sospetto del proprio compagno (che può diventare una vera e propria croce) allora può nascere un rapporto del tutto nuovo e perché no, più bello e completo di prima. Al tempo la sentenza...





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