Diario di una Blogger chiacchierona


Diario  #15: Sul rimuginare in positivo...                          28 Novembre 2017
Novembre è sempre stato un mese malinconico, poco colorato, deprimente. Avverto molto il cambio delle stagioni e, mentre l’arrivo dell’autunno coi suoi colori mi rallegra, la sua parte finale mi intristisce.
Fortunatamente quest’anno la fase colorata di questa stagione si è allungata di un bel po’ ed è possibile vedere ancora qualche albero color ruggine qua e là...perciò questo post non sarà per nulla ispirato dal grigiore novembrino, dal malumore o dalla tristezza.

In questo ultimo mese ho avuto la possibilità di riflettere molto sui traguardi di quest’anno. Ormai siamo agli sgoccioli ed è arrivato il momento di tirare le somme e fare il punto della situazione.
Posso dire di aver RIMUGINATO IN POSITIVO. Cosa significa? Vuole dire soffermarsi a riflettere sui successi anziché sui problemi, sui punti di forza anziché sulle debolezze. Quanto siamo brave noi donne a rimuginare in negativo, ad impantanarci ancora di più nelle situazioni avverse anziché concentrarci su ciò che di bello abbiamo tra le mani...delle vere maestre!
Perciò, come si può rimuginare in positivo? Spesso pensiamo che fare progressi dipenda dall'acquisire qualità e competenze che non possediamo ancora.
In realtà il vero traguardo è coltivare quelle che abbiamo già. Come? Domandandoci cosa stiamo facendo di buono e sforzandoci di farlo ancora di più. Prendere le proprie qualità e potenziarle, magari reinventandoci un pochino per volta.

Io, ad esempio, mi sono concentrata sui punti di forza e sulle qualità che possiedo.
Il vero cambiamento per me ha riguardato il lavoro, aspetto della mia esistenza in cui ho trovato un nuovo slancio. È sempre la solita minestra, non ho cambiato ruolo, eppure il suo gusto è differente rispetto a prima...forse perché sono cambiati gli ingredienti, oppure perché ne sono stati aggiunti di nuovi e più gustosi. Mi spiego meglio. Quest’anno, prima di iniziare il nuovo percorso lavorativo, mi sono ripromessa di cambiare punto di osservazione, di vedere tutto con occhi nuovi e curiosi e così ho fatto. Ho preso in mano i miei punti di forza, li ho “osservati” e mi sono chiesta: “Con questi cosa posso fare? Come posso sfruttarli al meglio per lavorare con entusiasmo?”, mettendo da parte i preconcetti di anni e anni di nervoso, frustrazione, delusioni e battibecchi, ho pensato a cosa di buono può ancora portare il mio lavoro nella mia vita e cosa posso portare di buono io nell'esperienza stessa.
Risultato? Ci sono riuscita in pieno e sono molto soddisfatta dei traguardi che sto raggiungendo piano piano. Certo, non sempre va tutto come vorrei ma, quando un problema si presenta, cerco di risolverlo senza polemizzare e senza prendermi troppo sul serio. Ho deciso di dire basta a tutte quelle vibrazioni negative che una volta mi rendevano nervosa ed insoddisfatta della mia occupazione.
Ho sempre amato il mio lavoro e ho sbagliato permettendo a presone e fatti di influire così negativamente sulla mia passione per i bambini e l’educazione. Trovare il giusto compromesso è sempre una buona soluzione.
Quest’anno sono riuscita a ripartire con slancio, cambiando radicalmente il mio approccio e ne sono molto contenta.
Ci sono ancora delle cosine da aggiustare nella mia vita, cercherò di raddrizzarle piano piano, per quanto possibile, utilizzando la stessa modalità e sperando di ottenere lo stesso risultato.
Questi alcuni piccoli consigli per imparare a rimuginare in positivo e sfruttare questa attività a nostro vantaggio.
Rimuginare in positivo:
  • Pensare a ciò che di buono si ha, non solo a ciò che manca;
  • Concentrarsi sui punti di forza, non solo sulle debolezze;
  • Non cercare soluzioni per liberarsi delle proprie debolezze ma pensare a iniziative utili a potenziare i propri punti di forza;
  • Chiedersi cosa si sta facendo di buono e sforzarsi di farlo di più;
  • Essere grati per ciò che si ha e rivedere gli obiettivi in base alle proprie esigenze senza mirare all'impossibile.
Saluto il mese di Novembre con questa frase di Proust molto significativa ed azzeccata:

“La vera scoperta non consiste nella conquista di nuovi mondi,
ma nell'imparare a guardare quello vecchio con occhi nuovi”.

Ciao ciao Novembre!!!
Diario  #14: Sulla gratitudine...                                               2 Novembre 2017
Ottobre è stato un mese ricco, particolare. Un mese carico di forti emozioni.
Ho fatto lunghe passeggiate nella natura variopinta che mi stupisce ogni volta per la sua capacità di cambiare, per il suo saper essere così stupefacente ai miei occhi. L’autunno e la primavera sono stagioni cariche di energia, di forza, di rinnovamento e traggo molta ispirazione e forza positiva in questi periodi particolari dell’anno.

Ed eccomi, per la prima volta nella mia vita, a condurre la presentazione di un libro scritto da un’autrice emergente della mia amata Varese. Che emozione, che entusiasmo...che terrore!!!! Eh sì, ero proprio terrorizzata dall’idea di sbagliare, di non arrivare a chi era in nostro ascolto, di non riuscire a fare passare il messaggio che volevo di quel libro che tanto mi ha appassionata. Nonostante le mie riserve la serata è andata davvero bene, e ne sono molto soddisfatta.

Poi è stata la volta delle amicizie ritrovate. Avete presente quando ci si perde di vista e poi ci si incontra per caso (che non sarà mai per caso) ed è come se non fosse passato nemmeno un minuto dall'ultima volta? Ecco, queste cose mi stupiscono sempre così come mi stupisce il fatto di aver bisogno di allontanare alcune persone in un certo momento della propria vita, perché è meglio così, perché ci teniamo troppo alla nostra serenità per permettere a qualcuno di minarla.

E poi il lavoro. La mia concezione in merito è cambiata molto negli ultimi anni. In passato ho permesso ad alcune persone di avvelenare la mia passione, il mio entusiasmo nei confronti del ruolo di educatrice ma, nell’ultimo mese, ho recuperato con passione ed un nuovo slancio la voglia di mettermi in gioco, di misurarmi, di dare ai piccoli la chiave per aprire alcune porte della loro crescita e ciò mi rende davvero orgogliosa.
Così come mi rende orgogliosa aver avviato la mia piccola attività di e-commerce dopo aver sviluppato una nuova passione, quella per il cucito, che mi ha stupita ed appassionata da subito. Ho creato oggetti ispirati alle donne e per le donne, restando quindi focalizzata sul mondo femminile (come cerco di fare col Blog), così vasto e sfaccettato da stupire, da lasciare senza parole.

Stupore, soddisfazione, orgoglio, energia, forza, arricchimento e cambiamento...queste sono le mie parole chiave del mese di Ottobre...niente male direi.
Potrei riassumere il tutto in un unico concetto: GRATITUDINE.
Che cos'è la gratitudine?
È la capacità di gioire. Si può essere grati a qualcuno per un gesto gentile, per una parola affettuosa, per un consiglio ricevuto o per un favore...oppure si può essere grati alla vita, alla natura, a qualsiasi cosa porti nella nostra vita serenità e calore nel cuore.
A volte siamo così invischiati in sentimenti poco positivi come il risentimento, la frustrazione, la delusione, da non accorgerci di quante piccole cose positive accadono ogni giorno nella nostra esistenza e che potrebbero rendere le nostre giornate migliori.
Ci si può allenare alla gratitudine?
Secondo lo psicologo C. Andrè è molto semplice. Basta seguire questi piccoli step:
  1. Ogni sera, per una settimana, annotate su un quaderno 3 eventi piacevoli della giornata;
  2. Di questi eventi individuate quali sono dipesi da altri esseri umani e non, in modo da sapere a chi o a che cosa dover essere grati;
  3.  Prendete coscienza e gioite di essere legati , per tutte queste cose positive, a tanti esseri umani, conosciuti o sconosciuti, ad eventi o situazioni particolari che hanno portato positività ed energia nella vostra esistenza.
La gratitudine fa bene: ci permette di tornare ai momenti belli della nostra vita in qualsiasi momento e ci fa sentire fortunati ed appagati.
A tal proposito ho trovato una frase molto bella di Pablo Neruda che afferma:
“Una sola parola, logora, ma che brilla come una vecchia moneta: GRAZIE!”

Anche se ripetuta centinaia di volte, questa parola brilla e rende le nostre giornate migliori perché ci ricorda di dover essere grati a qualcuno o a qualcosa di una piccola parte della nostra serenità.
Perciò dico GRAZIE! GRAZIE! ed ancora GRAZIE!!! a questo mese appena trascorso per avere portato nella mia vita tanta ricchezza di sentimenti.
Diario  #13: Sul cambiamento...                                            25 Settembre 2017
Settembre giunge al capolinea ed è stato per me un mese ricco di avvenimenti: cambiamenti sorprendenti, coincidenze che si sono susseguite l’una dopo l’altra, profonde riflessioni e scelte maturate col tempo (ecco spiegata la scelta dei post di questo mese, dalla difficoltà nel prendere decisioni alle coincidenze che forse forse non accadono mai per caso).

Eh sì, perché il cambiamento a volte arriva quando inneschiamo in maniera conscia o inconscia dei meccanismi che porteranno nella nostra esistenza delle novità.
Devo ammettere che negli ultimi anni la mia vita è stata caratterizzata da molte “inversioni di rotta”, a volte volute, cercate, desiderate, altre no...ma fa parte del gioco.
Perciò in questi giorni di inizio autunno, mi sono fermata a riflettere più volte sul cambiamento e sulla sua forza devastante...sì, devastante, perché ogni cambiamento stravolge l’esistenza in modo più o meno marcato.
La spinta a volte arriva da esperienze negative, dolorose o deludenti, oppure da illuminazioni improvvise grazie alle quali vediamo tutto in una nuova prospettiva.

È come se all'improvviso fosse tutto più chiaro, come se la strada dei nostri sogni e desideri si illuminasse di mille luci che fino a quel momento non avevamo notato a causa delle paure e dei condizionamenti.
Vi capita mai? Questo mese ad esempio per me è stato il mese dell’illuminazione, il mese in cui ho capito qual è la strada migliore da percorrere in questa fase della mia vita.
I cambiamenti mi hanno sempre spaventata, le certezze -di contro- rassicurata. È stato difficile per me riconoscere la forza del cambiamento, mi terrorizzava il solo pensiero di uscire dalla mia comfort zone...eppure, quattro anni fa l’ho dovuto fare mio malgrado. Non è stato semplice, il cammino è stato lungo, ma ha portato i suoi frutti.
Oggi mi ritrovo a pensare che i cambiamenti fanno parte della vita, e che possono portare una “valigia” piena di soddisfazioni, di crescita e certo, anche di delusioni e frustrazioni che se siamo capaci di gestire e di fare nostre in maniera costruttiva, ci insegneranno qualcosa di nuovo ed utile per il futuro.

Cambiare significa quindi compiere piccole o grandi rivoluzioni con consapevolezza e curiosità; significa vivere fasi della propria esistenza in cui prima tutto sembra nebuloso, poi accade qualcosa che ci illumina e ci suggerisce cosa dobbiamo fare. A quel punto la realtà acquista un significato nuovo.
Sono momenti in cui rimettiamo in ordine la nostra esistenza, inventando nuove traiettorie, con priorità differenti. È possibile che per fare ciò dovremmo rinunciare a qualcosa...ma se la scelta è giusta, ne sarà valsa la pena.
Il segreto sta nell'apertura verso il nuovo, nella forza di rompere le “catene” del condizionamento famigliare ed ambientale che ci tengono fermi sempre nello stesso punto e non ci permettono di esplorare nuovi orizzonti e vivere nuove avventure.

Io l’ho imparato sulla mia pelle, nel corso degli ultimi anni, e devo ammettere che le scelte che ho compiuto non mi hanno mai delusa, nemmeno quando non sono andate come avrei desiderato e sperato. Questo perché, in ogni caso, mi hanno lasciato qualcosa su cui riflettere e lavorare per migliorarmi come persona. Ho ancora paura del cambiamento? Sì, per certi versi. L’ignoto spaventa sempre, no? Sento la pancia in subbuglio, penso alle mille catastrofi che potrebbero accadere nella mia esistenza poi...mi fermo, smetto di pensare “ai contro” e penso solo “ai pro” che le nuove scelte porteranno nel mio bagaglio di esperienze e mi butto a capofitto, con tutta me stessa, nella nuova avventura. Incosciente? Forse, però cerco sempre di afferrare la felicità, senza troppi pensieri.

Ognuno vive il cambiamento a modo suo ma per tutti vale la regola che:
“I veri cambiamenti sono prima di tutto interiori e non sono mai delle rotture assolute con l’esterno. Semplicemente la nostra vita, senza rinnegare quello che siamo stati fino 
a quel momento, è volata altrove” - A. Cristofori “Nudità” edizioni Bompiani

Diario  #12: Così lontani, così vicini...e viceversa               17 Luglio 2017
La scorsa settimana ho avuto l’opportunità di sentire, dopo parecchio tempo, due persone a me care. Una di loro vive in Inghilterra e l’altra in Portogallo.
Ho avuto il piacere e la fortuna di incontrarle e di condividere con loro un tratto della mia vita; ora siamo lontane km e km ma, grazie ai numerosi mezzi messi a disposizione dalla tecnologia, abbiamo avuto la possibilità di avvicinarci come se fossimo l’una di fronte all'altra sedute ad un tavolino di un bar a scambiarci aggiornamenti e novità riguardanti le nostre vite con allegria. Che piacere è stato per me sentirle così vicine seppur lontane da me fisicamente.

Così mi sono trovata a riflettere su vicinanza e lontananza. Ora direte: “Oh no eccola che comincia con la tiritera del vicini/lontani e dei lontani/vicini”...ebbene sì! Perché è una grande verità.
A volte sentiamo vicine persone che non vediamo da molto tempo, di cui ci manca la presenza fisica e lontane persone che abbiamo al nostro fianco ogni giorno...

Il mio esempio è solo uno fra tanti, eppure non posso fare a meno di ripensare a quanto è stato bello ritrovare queste amiche, e di poter condividere con loro momenti carichi di affetto, stima e gioia reciproca. Con naturalezza, come se ci fossimo viste di persona il giorno prima. Una sorta di continuità che non viene spezzata dalla distanza materiale. Non so se mi spiego...
Avete presente quelle amicizie che dopo lunghi periodi “in sospeso” riprendono il filo del discorso proprio laddove era stato interrotto, come se non ci fosse mai stato del tempo a dividerle?! A me piacciono questi legami, fatti di condivisione e affetto...leggeri, spensierati e liberi. A mio parere non perdono il significato proprio del legame amicale, perché l’amicizia non si misura sulla quantità ma sulla qualità. Poi possono esserci legami più profondi di altri, assolutamente, ma quel che conta è la presenza, l’esserci per l’altro anche se si è lontani km e km.

In fondo basta davvero poco per sentire vicina una persona: sono il pensiero e la vicinanza di spirito che contano davvero.
Sapere che un’amica ti pensa anche se è presissima da mille impegni che gravano sulle sue spalle è confortante, ricevere ogni tanto un messaggino o una foto che vogliono dire “ci sono, ti penso”...non è necessario sentirsi ogni giorno per volersi bene, rispettarsi ed essere buoni amici.
L’affetto lo senti, lo percepisci...la presenza l’avverti, ed è piacevole sapere di essere sempre “in buona compagnia”.

Nello stesso modo è altrettanto carica di significato e sconcertante la presenza fisica priva di coinvolgimento emotivo, di interesse e reciprocità...mi è capitato di soffrire molto per una situazione simile in passato...una vita fa, e ho promesso a me stessa che mai avrei permesso ad altre persone di farmi provare un vuoto così grande da stare male...ma questa è un’altra storia e non è di questo che voglioo parlarvi in questa pagina di diario.

Voglio raccontarvi di quanto mi sono sentita felice alla fine di una telefonata inaspettata e sorprendente e di una chattata (passatemi il termine) allegra e spensierata.
È stato bello sentire Maddy e Marisa e mi conforta ogni giorno sapere di avere al mio fianco e nel cuore delle amiche fantastiche.

Questa pagina è dedicata all’amicizia sentita, all’amicizia rispettosa, all’amicizia cosi carica di spirito da farti provare la presenza dell’altro anche se non è lì con te...all’amicizia vicina. Nulla di più.

Diario  #11: La bellezza: in bilico tra forma e sostanza  21 Giugno 2017
Tutte noi abbiamo letto degli insulti ricevuti da Vanessa Incontrada durante la prima serata dei WMA...offese e critiche relative alla sua forma fisica (e non è l’unico caso purtroppo).
Io sono rimasta sconcertata dall'accaduto perché reputo Vanessa una persona degna di stima e mi sento offesa in prima persona come donna pensando quanto l’aspetto fisico condizioni ancora l’opinione altrui.

Forma e sostanza, un vecchio discorso no?! A quanto pare sempre molto attuale.
Eh sì perché non conta quanto tu sia brava, spigliata, simpatica, intelligente e competente...se non appari perfetta e quanto mai vicina allo stereotipo di bellezza che ci impongono, sei OUT e puoi essere derisa ed offesa senza esclusione di colpi.

Vanessa ha risposto sui social in maniera educata affermando: “La felicità è sentirsi amata”.
Brava Vanessa! Questa diplomazia le rende onore...di certo le pesanti critiche non le avranno fatto piacere ma, rispondendo in questo modo, fa capire a questi haters della rete a questi “odiatori” gratuiti (passatemi il termine), che nella vita ci sono cose ben più importanti della forma (in questo caso fisica) come ad esempio la sostanza! Con un post semplice, ma significativo, ha dimostrato di essere una donna con una sostanza ricca e profonda, che non si ferma al superficiale ma che si interessa agli affetti sinceri, ai veri valori della vita.
Per noi donne è così difficile combattere con lo stereotipo di bellezza imposto da “qualsiasicosasivedaingiro”.
Ci specchiamo e ci sentiamo sempre imperfette, ci manca sempre qualcosa... oppure abbiamo qualcosa di troppo che magari non vorremmo... cerchiamo spasmodicamente di essere sempre all'altezza...fatichiamo ogni giorno per accettare la nostra immagine riflessa.
Poi pensi ad una persona come Vanessa Incontrada e vedi che anche lei, nonostante la sua bravura, la sua simpatia ed il suo successo, viene denigrata per qualche chilo in più e ti domandi: “Se succede a lei che è...LEI, un personaggio pubblico amato...allora io, nel mio piccolo come potrò fare fronte alle mie insicurezze, al mio senso di inadeguatezza?!”

La risposta ce la dà proprio Vanessa, che nel suo post ricorda a tutti che ciò che conta è l’amore...non qualche cattiveria gratuita.
L’amore di  e l’amore delle persone care, che ti accettano anche se hai qualche chiletto di troppo, anche se hai qualche difettuccio.
Perché per ogni critica velenosa ricevuta ci sono stati per lei innumerevoli messaggi colmi di elogi, solidarietà e stima.

Che cos'è l’amore di ?

L’amore di  è innanzitutto conoscersi.
La capacità di amarsi è il punto di partenza per accogliere noi stesse, con i nostri pregi ed i nostri difetti.
Spesso concepiamo l’amore come qualcosa che deve arrivare a noi, che qualcun altro deve donarci...ma non è così, l’amore parte da noi ed è parte di noi.

Amarsi è accettarsi, nella nostra imperfezione.
Tendiamo sempre a mascherare i nostri difetti per essere sempre all'altezza, combattendo ogni giorno una guerra con noi stesse.
Invece dobbiamo imparare ad essere le nostre migliori alleate, dialogando ed ascoltando la nostra parte più intima e profonda.

L’amore di  è anche cura di , dove la cura consiste nell'accettazione radicale di quello che si è. A questo punto non siamo più disposte a scendere a compromessi, ad omologarci alla mediocrità perché ci amiamo indipendentemente da tutto e tutti. Anche lo sguardo  sugli altri cambia. Siamo meno suscettibili agli attacchi di chi mette in luce le sue parti più negative.

Proprio come ha fatto Vanessa che si è mostrata forte e al di sopra delle bassezze di persone molto negative, accogliendo invece tutta la stima, il rispetto, l’amore di chi è stato solidale con lei, di chi la apprezza per come è...in fin dei conti a poco sono valsi i commenti negativi che ha ricevuto, perché quando ti ami non dai peso a queste nefandezze...pensi solo a prendere tutto l’amore che c’è in te ed intorno a te. 


Vi lascio con questa bella frase di Susanna Tamaro:
“Per essere forti bisogna amare se stessi; 
per amare se stessi bisogna conoscersi in profondità, sapere tutto di sè, 
anche le cose più difficili da accettare”
Diario  #1o:  A tutte le bimbe ribelli...e anche a me           21 Marzo 2017

Rimango colpita dalla copertina...come spesso mi accade quando scelgo un libro in pieno stile “letture istintive”, quelle non preventivate, che, immancabilmente,  si rivelano fantastiche e spesso illuminanti.

Della copertina mi cattura la scritta che probabilmente è stata pensata proprio per questo, per incentrare l’attenzione su quelle poche parole “Storie della Buonanotte per Bambine Ribelli”.

Io che bimba ribelle non sono stata ma lo sono diventata da grande (per fortuna!), non ho saputo resistere. L’ho acquistato fiduciosa, sapendo che non mi avrebbe delusa.

Tra le sue pagine una raccolta di storie ma non di quelle inventate, no...no...
Storie vere, di donne forti e tenaci che hanno influenzato la storia passata e presente.

100 eroine le cui vite vengono riassunte e raccontate alle bimbe ribelli di adesso, affinché possano diventare donne sicure, portatrici di cambiamento in futuro...senza fatine, senza abiti con pizzi e fiocchi, senza magie...ma con tanta forza, determinazione ed unicità.

C’è voglia di innovazione...voglia di rompere gli schemi tra le pagine racchiuse in questa copertina blu.

Dal Web

Invece delle solite fiabe, perché non raccontare alle nuove generazioni le storie di donne straordinarie come Frida Kahlo, Jane Austen, Rita Levi Montalcini o Coco Chanel?!?

Questa l’idea di base di Francesca Cavallo ed Elena Favilli che si è concretizzata nel tempo attraverso il crowdfunding.

Sono loro che hanno dato vita alla realizzazione di questo libro tutto al femminile ma non per questo smielato e banale.

La verità racchiusa nelle singole storie, la particolarità delle immagini di riferimento (create da 60 artiste provenienti da tutto il mondo) e l’ispirazione che si può trarre scorrendo le pagine di questo libro, fanno si che l’idea di partenza delle sue creatrici abbia sfogo nel concreto.

Come affermava in un’intervista Elena Favilli:
«Le ricerche ci mostrano come fin dall'inizio della scuola media le bambine iniziano a perdere fiducia in se stesse - spiega Favilli, laureata in Semiotica a Bologna -. Ecco perché essere esposte a una narrazione diversa della femminilità è fondamentale. I libri per i più piccoli sono ancora pieni di stereotipi di genere. I genitori non possono fare molto, ed è per loro che abbiamo creato questo libro»

Perciò niente principesse da salvare, niente principi azzurri che arrivano su un cavallo bianco e nemmeno streghe cattive...solo la vita; la voglia di emergere, la forza, il sacrificio, a volte il dolore e la delusione, il rifiuto ma anche la tenacia e il voler realizzare un sogno. Sono questi gli ingredienti che dobbiamo regalare alle bimbe d’oggi. Un modello positivo e concreto da seguire.

“E` importante che le bambine sappiano che gli ostacoli non sono  insormontabili, che possono trovare il modo per superarli e per rimuoverli  anche per le bambine che verranno dopo di loro, proprio come hanno fatto queste grandi donne”.

Ciascuna delle cento storie raccolte in questo libro dimostra il potere insito in un cuore pieno di fiducia: è un potere in grado di cambiare il mondo.

Sono completamente d’accordo con l’idea di forza e passione che traspare e credo che molti genitori possano condividere il mio pensiero.

Voglio concludere con una frase significativa estratta dal libro che, credo, riassuma quello che noi donne vogliamo oggi per le nostre figlie:

“Sii sempre fedele a te stessa e non permettere mai a quello che dicono gli altri di distrarti dai tuoi obiettivi”

Questo pensiero lo dedico a te...piccola bimba dagli occhi grandi e profondi che mi hanno conquistata dal primo momento che ti ho vista...cosí come molte altre bimbe se la sentiranno dedicare dalla propria mamma, zia, nonna, amica...

La vera fiaba è la vita.


Diario  #9: Felicità personale e giudizio altrui             1 Febbraio 2017 

Questa settimana, dopo aver incontrato delle care amiche ed essermi confrontata con loro su svariati argomenti, mi sono trovata a riflettere su alcuni aspetti interessanti...

Il diritto ad essere felici nonostante tutto e tutti e la nocività dei giudizi  a cui siamo costantemente sottoposti da famigliari, amici, colleghi e partner...una vera scocciatura che può diventare deleteria se non si sa come fare a proteggersi e ad affrontare quelli che, secondo me, sono dei veri e propri attacchi alla nostra stabilità.

Perché a volte la nostra felicità diventa un problema...per gli altri ovviamente.

Scegliere di essere felici è un diritto di tutti, significa prendersi cura della propria serenità e occuparsi di come farla fiorire, decidere di facilitarla tra un intoppo e l’altro della vita.

Io ci provo sempre.

Se una situazione non mi rende serena e ho l’opportunità di cambiarla, lo faccio senza indugi. Se una circostanza mi soffoca, trovo una via d’uscita o un’alternativa per renderla meno pesante...insomma, cerco sempre un escamotage che possa darmi un piccolo aiuto per rimettermi in carreggiata e poter vivere serenamente.

Tento sempre di migliorare le cose senza smettere mai di cercare il cambiamento e, nello stesso tempo, adattandomi in maniera personale (ovvero in base alle mie esigenze) alle situazioni che non posso cambiare.

Non mi accontento mai ma nello stesso tempo mi basta così.

Una contraddizione?!? Oh no, per niente.

Mi accontento di ciò che ho ma se le cose cambiano e non sono felice, cerco altrove la serenità che è venuta meno con nuovi progetti ed ambizioni. 
Cambio rotta.

“Mi basta così” una frase che molti trovano banale e riduttiva, come se il fatto di sentirsi contenti e soddisfatti di quello che si ha, possa essere sintomo di ottusità.

Il diritto alla felicità è di tutti e le condizioni di vita che permettono di costruirla, una scelta personale. Può essere anche quel poco che basta, no?

Allora perché alcune persone faticano a gioire per la nostra felicità, cercano di sminuire i nostri piccoli progetti, perché giudicano -senza che nessuno glielo chieda- le nostre scelte?

Rallegrarsi della felicità altrui è una buona cosa, chi lo fa dimostra di aver capito due concetti importanti:
  • Il primo è che l’invidia e la gelosia sono sofferenze inutili.
  • Il secondo è che la felicità degli altri è sempre una buona notizia, anche per noi: non ci toglie niente e fa più bello il mondo.

Invidiare la gioia delle altre persone è un errore emotivo ed intellettuale.

Tanto per cominciare rende più infelici, poi è frutto di un calcolo sbagliato...

Se gli altri sono felici, abbiamo tutto da guadagnarci: più gli esseri umani sono felici, più sono piacevoli da frequentare, più il nostro mondo diventa vivibile.

Allora come difendersi dalla nocività di alcune persone che “sputano” sentenze giustificandosi con la solita premessa “è per il tuo bene che lo dico”?

Questi individui detestano la maggior parte della loro vita e perciò cercano di avvelenare quella degli altri, non sono soddisfatti di quello che fanno e non sopportano che qualcun altro sia felice.

La soluzione è ignorare queste persone e i loro giudizi limitanti ed ottusi per non permettere che danneggino la nostra esistenza e andare avanti a testa alta per la nostra strada.

GENTE IRRITANTE ecco come definire questa tipologia di persone.
Mi ispiro alle parole di Christophe Andrè (da cui ho tratto anche la citazione precedente in corsivo)

“Ci sono persone così irritanti da rovinarti la giornata in cinque minuti.
Contro l’esistenza delle persone irritanti non puoi fare nulla.
Ma hai la facoltà di abbreviare la tua presenza al loro fianco
e di non pensare più a quei cinque minuti”.

  
Diario  #8: Il significato profondo del dono                 7 Dicembre 2016

Sarò banale, la regina della banalità, ma bastano due luci natalizie appese per le vie del centro e per me è subito Natale. 
Quest'anno a Varese l'albero in piazza è stato acceso ufficialmente il 26 Novembre... Che bella atmosfera.
Per me tutto diventa magico nel periodo delle Feste, credo sia uno dei momenti dell'anno che amo di più.

Presa dall'entusiasmo pre-natalizio quest'anno mi sono portata avanti con i regali per le persone care e posso dire di essere molto soddisfatta della mia efficienza.

Al di là di questa piccola vanità (concedetemelo perché capita raramente che mi trovi con gli acquisti fatti per tempo), sono sempre molto contenta di cercare i regali di Natale. Ci penso e li scelgo accuratamente, a volte con molta indecisione, sperando sempre che possano piacere. 
Faccio del mio meglio affinché il dono sia affine alla persona a cui è destinato. Penso ai suoi gusti e alle sue passioni mentre mi trovo a girovagare per i negozi; a volte sorrido nel vedere qualcosa che potrebbe piacere ad una persona cara. È quasi una sorta successo, la conquista di un traguardo. 

È così bello donare qualcosa, anche solo un piccolo pensiero, a chi vogliamo bene.
La bellezza del dono...già, per chi lo fa e per chi lo riceve. 

Il dono, materiale o meno che sia, è un mezzo per creare un legame spirituale, emotivo e concreto con le persone.
È qualcosa che va al di là di un semplice gesto, di una carineria.
Donare col cuore significa stabilire un contatto con l'altro, avvicinarsi a lui, mettersi in relazione e sentirsi parte di un legame.
Significa riconoscere l'importanza che egli ha per noi, e volerglielo dimostrare.

Regalare un oggetto ci pone nella condizione di immedesimarci nell'altro, ci porta a capire i suoi gusti, le sue passioni e necessità.
A volte fare regali alle persone care non è semplice perché vorremmo evitare di deluderle. Vorremmo capirle a fondo e azzeccare in pieno i loro desideri per esprimere l'importanza che ricoprono per noi.
Perché donare è condividere, relazionarsi, connettersi all'altro.



Personalmente non apprezzo chi fa doni poco personali e standardizzati. Piuttosto preferisco non riceverne.
Perché oltre al piacere di donare vi è anche quello del ricevere. 

Il dono deve essere sentito, deve avere un significato e un pensiero di fondo che spinge a scegliere una sciarpa anziché un bracciale da regalare alla propria madre, un paio di guanti anziché un libro al proprio compagno...non so se mi spiego.

Deve essere personale, pensato e sentito.
Soprattutto sentito.
Perché il dono deve venire dal cuore. Sempre.

Oltre ai doni materiali che scambieremo con le persone care durante le Feste di Natale è importante non dimenticare mai di donare un po' di sé agli altri anche durante il resto dell'anno. Come? Con la vicinanza, l'interesse, la partecipazione e con la presenza (che non sempre deve essere necessariamente concreta).

Dare e ricevere è anche questo: non limitarsi alla materialità del gesto.
Fare capire che ci siamo a chi ci vuole bene.

Concludo con una frase molto bella sul significato profondo del dono:

"Non importa quanto si dà ma quanto amore si mette nel dare"
Madre Teresa di Calcutta

Diario  #7: Sul valore dell'amicizia                               23 Novembre 2016

Oggi mi sono ritrovata a riflettere sul valore dell' amicizia.
Dopo una lunga telefonata con una cara amica non ho potuto fare a meno di pensare che l'amicizia è una cosa fondamentale nella vita di ognuno.

Avere degli amici con cui poter ridere, consolarsi e distrarsi è uno degli ingredienti della felicità.

L'amicizia è fonte di emozioni piacevoli e per questo non se ne può fare a meno.

Personalmente non ho un numero considerevole di amici...conoscenti tanti, amici pochi ma sono pienamente consapevole che non è la quantità a fare la differenza ma la qualità dei rapporti.
Mi interessa coltivare amicizie con persone a cui voglio bene e che a loro volta ne vogliono a me e sulle quali posso contare. 
Le sento vicine anche quando le distanze ci separano per un po'. 
Vorrei vederli più spesso, è vero, ma il tempo che passo con loro è così prezioso da scaldarmi il cuore. Sono i miei amici di sempre.

Gli amici di sempre sono quelli che ti conoscono a fondo, da tanto.
Con loro  puoi condividere tutto, gioie e angosce perché sai che sanno leggere i tuoi occhi, ascoltare il tuo cuore e capirti a fondo. 
Sono un porto sicuro nel quale ritrovare te stesso quando gli eventi prendono il sopravvento. Sono lo specchio di ciò che sei. 
Ti vedi riflesso in qualche modo nei loro occhi, ti riconosci nel loro modo di pensare. 

Sono preziosi, come l'oro. Non c'è dubbio.


E le nuove conoscenze? Sono forse meno importanti? 
Quante occasioni ci si presentano ogni giorno per poter coltivare nuove amicizie! 
Aprirsi alle nuove conoscenze è un vero e proprio talento. Si dice che "Nessuno arriva a te per caso. Ciascuno arriva per una ragione".

È fondamentale non perdere mai l'abilità di stringere rapporti, quella sottile magia che trasforma il contatto di un momento in un'amicizia o perfino in un amore.

Oggi io e la mia amica parlavamo di questo. Di quelle amicizie inaspettate, che nascono in maniera sorprendente e che, altrettanto sorprendentemente, colpiscono positivamente le nostre emozioni. 

Gli amici di sempre sono preziosi, i nuovi amici sono una piacevole sorpresa della vita. 
Magari staranno a nostro fianco a lungo, magari solo per un breve periodo...ciò che è certo è che camminare con loro sarà un arricchimento.

Non sempre è facile fidarsi di chi non si conosce a fondo, aprirsi alle nuove conoscenze. 
È più semplice trovare rifugio nelle certezze, nelle amicizie di sempre. 
Però vale la pena provarci perché ogni volta che una persona incrocia il nostro cammino e si allontana potrebbe essere un' occasione perduta. 

Quindi apriamoci alle nuove amicizie e preserviamo come un tesoro quelle di lunga data, quelle che occupano un posto speciale nel nostro cuore.

"L'unico modo per avere un amico è essere amico"

"Tutto il resto è noia"...so che la mia cara amica capirà a cosa alludo con questa citazione canterina.

Diario  #6: Come sopravvivere al mese più grigio dell'anno 8 Nov '16

Malinconia canaglia...eccoti tornare puntuale come sempre con l'arrivo di Novembre.
Io proprio non ce la faccio...

Questo cielo grigio, il buio che arriva così tempestivamente, il freddo che inizia a diventare pungente...
Tutti i miei buoni propositi per vivere al meglio e di buon umore l'autunno cadono nel "dimenticatoio" per dare spazio a questa sensazione che, in tutta sincerità, mi sta davvero stretta.

Cosa fare quando la malinconia del mese più triste dell'anno (non sono io a definirlo così...) ci colpisce e ci rende di cattivo umore?
Semplice! Riempiendolo di gioia e colore con poche idee facili da realizzare.

Ecco alcuni spunti:

Stare all'aria aperta il più possibile approfittando delle belle giornate (perché no anche quando il tempo non è il massimo). Complici i bei colori che ci circondano innalzeremo il livello di serotonina (l'ormone del benessere) sentendoci di umore meno cupo.

Apprezzare i frutti autunnali non solo in cucina per coccolarci un po'. Ad esempio si può creare uno scrub rigenerante e purificante a base di farina di castagne (3 cucchiai da cucina) e olio di mandorle dolci (quanto basta per ottenere un composto cremoso) oppure affidarsi alle mani esperte di qualche centro estetico che propone in questa stagione trattamenti a base di uva. I benefici? Rigenerazione cellulare, azione drenante ed antinfiammatoria.

Farsi abbracciare dai colori caldi e vivaci dell'autunno indossando abiti ed accessori ispirati alle tinte calde della stagione nonché decorare la casa creando cestini o ciotole decorative con foglie, castagne, ricci e ghiande raccolte durante una passeggiata. Coloreremo così anche il nostro umore.
Il giallo infonde sicurezza, l'arancione suscita gioia, il porpora riequilibra il sistema nervoso, i disordini del sonno e il sistema linfatico, il rosso riscalda ed energizza.

Stare al calduccio davanti al camino, oppure sul divano utilizzando i comodi sacchetti di semi da scaldare, aiuta a rilassarsi e a sciogliere le tensioni muscolari dovute all'umidità accumulata durante la giornata. Scaldarsi può voler dire anche gustare delle ottime zuppe di stagione che, oltre a colorare la tavola, sono molto nutrienti, piacevoli e gustose.

Regalarsi, se possibile, una giornata alle terme ogni tanto permette di rimetterci in sesto. I benefici sono molteplici e influiscono positivamente sulla circolazione sanguigna, favoriscono il benessere della pelle, rafforzano le vie aeree superiori nel caso in cui si facciano dei trattamenti specifici come sedute in una grotta del sale, aerosol o irrigazioni.

Insomma, non ci vuole molto per superare il grigiore del mese di Novembre. Basta avere qualche piccola accortezza e non lasciarsi influenzare dalle brutte giornate di pioggia o dal vento sferzante. 

La famosa esclamazione "casa dolce casa" mai come in questo periodo dell'anno è carica di significato.
Il calore, il profumo e la tranquillità che il rientro a casa ci fa provare, a mio avviso è impagabile. Soprattutto quando fuori fa freddo e il tempo è brutto. 






Questa la mia ricetta per sopravvivere al mese più triste dell'anno...la vostra qual è?


Diario  #5: Il cambio degli armadi...una vera noia!       26 Ottobre 2016

Il cambio di stagione degli armadi...una vera noia ma anche una buona occasione per fare un bel "repulisti" e sbarazzarsi una volta per tutte di capi ed accessori ormai diventati inutili, obsoleti e sorpassati.

Affrontarlo non è mai un piacere perché occupa parecchio tempo ed è in grado di minare la pazienza di un santo.
Per fortuna c'è chi può darci una mano ad affrontare il caos che regna nei nostri armadi e nelle nostre camere in questo delicato momento dell'anno.

Avete mai sentito parlare di Marie Kondo? Il suo libro è stato un vero e proprio caso editoriale a livello internazionale perché offre utili e pratici consigli per tenere la casa in ordine, sotto ogni aspetto.
Dalle monetine alle montagne di documenti che affollano cassetti e scaffali in tutte le case.
Per non parlare delle "baggianate" di cui tutti siamo più o meno collezionisti.

Torniamo però al cambio degli armadi in vista dell'arrivo imminente dell'inverno.

Nel suo libro "Il magico potere del riordino" la cara Marie pone una regola fondamentale che riguarda ogni tipo di riordino e che ripete più volte per la sua importanza imprescindibile:
Non fare vedere ai famigliari cosa si butta e non rifilare le cose che si scartano ad altri.


Partendo da questo presupposto fondamentale si può iniziare a riordinare il vestiario consapevoli del fatto che deve essere fatto in una sola volta.

L'ordine da seguire è il seguente:

Parti di sopra (camicie, maglioni)
Parti di sotto (pantaloni, gonne)
Cose che vanno appese (giacche, completi, cappotti)
Calze
Biancheria intima
Borse
Accessori ( foulard, cinture, cappelli)
Vestiti stagionali (costumi da bagno e simili)
Scarpe

Il criterio di scelta attraverso cui decidere se tenere o eliminare un capo è l'emozione che ogni singola cosa è in grado di trasmettere  (Ci piace ancora? Ci emoziona come la volta in cui lo abbiamo visto in negozio?) oltre allo stato effettivo in cui esso si trova (sgualcito, scucito, strappato, ecc).

Ok, si parte!

Step 1
Radunare tutti i capi di vestiario in un unico posto posandoli sul pavimento (il mucchio di abiti sarà così impressionante che non sarà difficile pensare di poterne eliminare buona parte - mi viene in mente la famosa frase less is more)

Step 2
Iniziare il riordino partendo dagli abiti fuori stagione secondo l'ordine stabilito dall'esperta (iniziare dagli abiti fuori stagione permette di stabilire facilmente cosa potrà servirci e cosa no perché ci sentiremo meno coinvolte)

Step 3
Non declassare gli abiti scartati in abbigliamento "da casa" (così facendo non si eliminano i capi inutili. L'abbigliamento da casa va acquistato come tale -tute, leggings, felpe, t-shirt- nei negozi che vendono abbigliamento comodo. Gli abiti "da casa" che provengono dal declassamento di capi scartati non saranno comodi come quelli pensati per esserlo)

Step 4
Terminata la selezione è necessario trovare loro una collocazione definitiva negli armadi di casa. L'esperta consiglia di piegare il maggior numero di capi possibile per sfruttare al meglio lo spazio che abbiamo a disposizione ed appendere gonne, abiti, cappotti, giacche e capi dal tessuto strutturato.

Dividere gli abiti per categoria è necessario per avere un armadio ordinato e per trovarli facilmente.

Questo ultimo punto - dividere gli abiti per categoria - è utile per evitare in futuro di dover fare il tanto odiato "cambio di stagione". Organizzare i propri vestiti secondo questo semplice criterio permette di non fare distinzioni tra abiti estivi ed invernali e di avere un quadro completo dei capi che si possiedono. Quante volte ci dimentichiamo di avere determinate cose perché sono finite nel fondo buio dell'armadio?!?! 



Personalmente ho adottato questa strategia anni fa.
Ho diviso i miei capi di abbigliamento in categorie mettendo da un lato i tessuti più pesanti e dall'altro quelli più leggeri.
Ecco le mie categorie:
Camicie e maglie strutturate (appese)
Vestiti e completi (appesi)
Gonne (appese)
Maglioni (piegati)
Maglie a maniche lunghe (piegate)
Maglie a maniche corte (piegate)
Pantaloni (piegati) 
Giacche e cappotti

Le borse sono tutte raggruppate in una parte di armadio così come gli accessori (cinture, pashmine e foulard, cappelli e guanti) e le scarpe che sono riposte in una scarpiera a parte (anch'esse divise per categoria)

Troppo precisa? Un po' maniacale?
Non saprei... Sistemare tutto la prima volta è stato faticoso, devo ammetterlo, ma posso assicurarvi che è da 11 anni che non devo affrontare il terribile cambio di stagione degli armadi.

 La teoria di Marie Kondo ha il suo fondamento in fin dei conti no?!?

E voi? Come organizzate i vostri capi? Come gestite il cambio di stagione? Avete qualche suggerimento o consiglio?

Diario  #4: C'è un po' di Bridget in tutte noi                        21 Ottobre 2016

Bridget Jones è tornata.
L'avevamo lasciata poco più che trentenne...giovane donna frustrata, in continua lotta con la bilancia, un po' troppo incline al consumo eccessivo di sigarette e alcolici, sempre coinvolta in qualche pasticcio, decisamente confusa e combattuta in amore.
L'abbiamo ritrovata nelle sale cinematografiche in questi giorni in una veste nuova, da neo-quarantenne ma non per questo snaturata e meno "Bridget" di quello che era.

È sempre lei, pasticciona, sbadata e buffa.
Ci piace, ci è sempre piaciuta perché ci rassicura, ci conforta per la sua amabile normalità.
Ognuna di noi trova un po' di sé in questo straordinario personaggio, perché Bridget è una donna come tante ma nello stesso tempo unica come ognuna di noi.
Non è un'eroina, non è una bellezza invidiabile, non ha super poteri....insomma, è un personaggio in cui ci si può immedesimare.

Single, ancora. Si definisce "Zilf"  anziché "Milf" poiché zitella e senza figli, "L'unica 43enne non ingravidata di Londra" testuali parole.
Tutto cambia quando scopre di essere incinta senza sapere l'identità del padre del bambino.
Sul suo orizzonte quindi si affacciano "l'imbalsamato" Mark Darcy (ex amore) e una conquista inaspettata tale Jack (niente di meno che l'amato dott. Shepherd di Grey's Anatomy - scusate se è poco) che le resteranno accanto fino al termine della gravidanza, facendosi in quattro per lei.

Non voglio svelare altri particolari per non rovinare la sorpresa a chi non ha avuto ancora l'occasione di vedere in film, posso solo dire che non mancheranno le situazioni buffe e al limite del possibile, in puro stile Bridget Jones.

Cosa rimane al termine di questa nuova avventura della bionda pasticciona che così tanto amiamo?
La sua grazia impacciata, certo, il suo mondo "arrangiato" così lontano dal sogno romantico e sdolcinato (che tanto andava cercando poco più che trentenne) ma anche una nuova forza.
Lei stessa svelerà questa nuova consapevolezza parlando col pancione: "Caro bambino ti amerò anche da sola, sarò la madre migliore del mondo anche da sola".
Che sia proprio questa autonomia, questa maturità svelata a nascondere dietro l'angolo una bella sorpresa per lei?

Una cosa è certa, il suo lieto fine è sapere di "bastarsi", di riuscire a farcela da sola, per sé e per il suo piccolino.

Tanto di cappello a Bridget, in cui ritrovo alcune sfaccettature della mia personalità, finalmente forte e decisa ma comunque aperta all'amore.
Perché la vita cos'è senza amore?
Amore per se stessi, per gli altri, per il mondo....amore...punto.

Grazie Bridget, perché ci fai sorridere della nostra goffaggine e ci rendi consapevoli della nostra grande forza.


Diario  #3: Contentezza o felicità?                                      30 Settembre 2016

Per quale motivo la contentezza viene considerata meno della felicità?
Forse perché appare come un sentimento meno intenso, meno importante e nobile.

È davvero così? 
In realtà pare che la contentezza abbia un pregio che la felicità non ha.
La contentezza riguarda l'istante, perciò si manifesta con molta più frequenza e facilità.
Ci si sente contenti per qualcuno o per qualcosa in un determinato momento e questo basta, non serve altro. 

Essere contenti per un'amica, per una persona cara o semplicemente per se stessi per piccole o grandi cose accadute ci fa sentire bene, felici per un momento.

Basta la telefonata di una cara amica che vuole confrontarsi per una questione che le sta molto a cuore, un messaggio in cui ti viene detto che una situazione poco serena si sta piano piano risolvendo, il bacio della buonanotte della persona amata, un semplice pensiero di affetto, per sentirsi subito sereni.

Si legge ovunque che è più salutare trarre ogni beneficio possibile dalle piccole cose, dai piccoli gesti anziché rincorrere un ideale di felicità per tutta la vita. Godere dei piccoli momenti di gioia ogni volta che c'è l'occasione per farlo senza rinunciare ad avere aspettative e obiettivi a lungo termine ben chiari in testa.

A me piace la sensazione di contentezza che scaturisce dalle piccole cose, dai piccoli gesti. Mi fa stare bene, mi rasserena e mi fa sorridere. Sono contenta, e questo mi fa stare bene.

Non so quale sia la formula migliore. Come tutti ho delle aspettative, mi sono posta dei traguardi che gradirei raggiungere nel breve e nel lungo termine. Non perdo mai di vista quelli a lungo termine, semplicemente non lascio che ostruiscano il passaggio alle piccole occasioni di serenità che si presentano ogni giorno nella mia vita.

A volte, di sera, ripenso ai bei momenti che ho vissuto durante la giornata e mi stupisco del fatto che siano sempre numerosi e piacevoli. Sono grata a chi mi regala un sorriso, un pensiero gentile, un gesto cordiale...sono grata delle belle giornate di sole, di una sorpresa inaspettata...

Mi accontento di poco? No no... In realtà mi accontento di molto. Chi l'ha detto che le piccole cose sono banali e di poco conto? Per me sono molto importanti. 
Forse è solo una questione di prospettive. Non lo so...

Personalmente mi piace il benessere che nasce da un sentimento "semplice e scontato" come la contentezza. La sua energia positiva rende le mie giornate migliori, mi porta a dare valore a ciò che magari resterebbe nell'ombra se fossi solo concentrata a rincorrere la felicità.

C'è una frase molto significativa di Socrate che mi piacerebbe condividere con voi e che può essere calata nel discorso contentezza-felicità:

"Chi non è soddisfatto di quello che ha non sarebbe soddisfatto neppure se avesse ciò che desidera" 

Io sono contenta, sorrido e per questo sono felice e grata alla vita.

La contentezza non è poi così male, no?

Diario  #2: Autunno non ti temo!!!                                     22 Settembre 2016

Una tazza di tè caldo con biscotti per merenda, l'aria umida e il cielo grigio...eh sì, non c'è dubbio: ecco qui l'autunno.
L'estate, dopo un'ultimo colpo di coda, ha lasciato spazio alla stagione da "divano e copertina". 
Personalmente apprezzo molto la prima parte dell'autunno caratterizzata da giornate piacevoli e dipinta da colori esplosivi e sgargianti, mi affascina da sempre.
Non posso negare però di aver risentito dei primi cambiamenti, come tutti credo.
Sono bastati pochi giorni di tempo incerto ed umido per rattristarmi e rendermi malinconica.
Sono stata petulante, noiosa e poco allegra per qualche giorno. 

"La malinconia è la gioia di essere tristi" affermava Victor Hugo...sarà, ma a me non piace essere malinconica e triste. Mi rende inquieta.
Così mi sono regalata qualche uscita con le amiche, qualche bella chiacchierata, un po' di shopping e mi sono sentita subito meglio.

Potrei essere d'accordo in parte con Hugo affermando che a volte ci si crogiola nella malinconia (più che "gioia di essere tristi"), chissà poi perché? Anche io lo faccio ma, per fortuna, presto mi rimetto in carreggiata. 
Un po' di malinconia, di tanto in tanto, ci placa e ci apre la mente. Ci avvicina a noi stessi e ci spinge a riflettere...diversamente sarebbe dannosa.

In questi giorni si trovano in rete molti post che elencano rimedi efficaci per combattere la depressione stagionale, così mi sono detta: "Vediamo di cosa si tratta...così posso mettermi all'opera".

Tra i vari punti elencati, la necessità di esporsi per mezz'ora-un'ora alla luce solare...certo, carino...a me piace stare al sole quando non fa eccessivamente caldo ma c'è un piccolo particolare: vivo tra Varese e Lucerna.
Chi vive a Varese sa benissimo che a volte il sole svanisce nel nulla e non si fa vedere per una settimana e più...Lucerna non è da meno. Anzi forse è peggio! 
Ok...lasciamo perdere questo punto...andiamo avanti.

Non essere pigri...mmm...io sono pigra dalla nascita e quando inizia a fare freddo esco di casa solo x necessità. Il divano diventa il mio migliore amico, non c'è storia. Ok...lasciamo perdere anche questo punto...

Viaggiare verso mete tropicali...è un sogno...andiamo oltre...

Dedicarsi allo sport. Sport...davvero?!?! Oh mamma state scherzando????

Dopo quest'ultimo consiglio, presa dallo sconforto, stavo per abbandonare la lettura del post ma ho pensato che almeno un consiglio adatto a me e alla mia pigrizia lo avrei trovato prima o poi. Ebbene ne ho trovati tre!!!

Coccolarsi un po' concedendosi qualche piacevole trattamento di bellezza in un centro estetico o semplicemente a casa. Sarà banale ma un bagno caldo e profumato per me è il top per rilassare le contratture causate da stress e freddo. Adoro i massaggi, rilassarmi in una Spa tra saune e vasche idromassaggio. Questo consiglio mi piace moooooolto!

Dormire per recuperare la stanchezza che il cambio di stagione provoca all'organismo, oltre al sonno notturno (8-9 ore in media) è consigliato un pisolino pomeridiano di 20 minuti per ricaricare le energie. Affare fatto!

Curare la propria immagine per non sentirsi goffe e imbruttite dall'infagottamento necessario per proteggersi dal freddo. Coprirsi non significa diventare dei mammut!!! Io a volte mi sento così...un piccolo mammut strepenato ma non posso farci niente...più fa freddo e più mi copro. Ok ok...potrei cercare di essere più graziosa sebbene infagottata in mille strati di vestiti ed accessori. Ci proverò.

Bene, ora so come muovermi...almeno in parte. Ignorando i punti che proprio non mi piacciono (anche se sono consapevole del benessere che sport e movimento apportano al fisico) la mia via di fuga dai momenti di malinconia autunnale sarà quella di circondarmi di persone care con cui condividere momenti all'insegna del buonumore, coccolarmi, riposare in maniera adeguata e curare immagine e look.

Ad ognuno il suo! Queste la mia tecnica...la vostra?

Autunno, non ti temo!!!!! Sono pronta!
Diario  #1: Settembre...mese odiato o atteso?                 9 Settembre 2016

Settembre è iniziato da qualche giorno e con il suo arrivo per molte persone sono terminate le vacanze estive e il periodo di riposo tanto atteso durante l’anno.

Personalmente non definisco antipatico questo mese perché, se è vero che pone fine ad un periodo piacevole e rilassante fatto di spensieratezza e relax,  porta con  molte novità.

Giorni fa mi è capitato di leggere questa frase: “Settembre è un po’ come Gennaio...si ricomincia dopo la pausa estiva...si fanno nuovi propositi...si torna alla routine di sempre con la speranza che qualcosa di diverso e di più bello possa davvero accadere”.

Mi ci sono trovata in pieno, perché tendenzialmente riverso su questo periodo dell’anno molte speranze, lo riempio di idee e progetti che mi piacerebbe realizzare.

Diciamo che faccio molti più “buoni propositi” a settembre che a gennaio...forse per gli anni dedicati all'educazione durante i quali contavo un nuovo anno a partire da settembre.

A quanto pare questa è una tendenza molto diffusa, che non riguarda solo il mondo dell’educazione.

A Settembre si riprendono in mano le fila della propria esistenza e si fa il punto della situazione.

Ci si vuole mettere a dieta per smaltire i peccati di gola estivi, ci si iscrive in palestra, si inizia un corso di pittura,  di danza, di yoga per rompere la routine, per dedicarsi un po’ alle proprie passioni.

È come un giro di boa, si sente la necessità di cambiare alcuni aspetti della vita pre-vacanziera per migliorarla, per smussare alcuni angoli che ormai ci infastidiscono e annoiano. Si ha voglia di novità, di cambiamento.

Quanto meno ci si prova...l’intenzione di per  è già un buon punto di partenza per sentirsi stimolati ed entusiasti a mio avviso.

Se poi si riescono a portare a termine tutti i progetti o anche solo parte di essi, la soddisfazione sarà assicurata.

È quindi tempo di ripartire, di “rimettersi in carreggiata” e di aggiungere  alla routine di sempre qualche novità che porterà, col tempo, ad un cambiamento incisivo.

Io sto preparando i miei piani d’azione, la mia piccola lista di buoni propositi che spero di realizzare piano piano.

Riguardano il mio benessere psicofisico, il mio tempo libero, il lavoro e il blog a cui sono davvero affezionata, lo ammetto...

E voi, come vedete Settembre? Come un mese fastidioso oppure come un’occasione, un periodo carico di buoni propositi e progetti fruttuosi?

Mese odiato o mese atteso?

Concludo questa pagina di chiacchiere così:
“Settembre ha sempre il retrogusto della fine e dell’inizio, è sempre un concentrato di “è tempo di”. Un punto in mezzo a tutto il resto”.

Buon settembre lettori!!!!

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