Essere coerenti è necessario?

Vi è mai capitato di incontrare una persona talmente ostinata e ferma sulle proprie idee e posizioni da risultare del tutto irragionevole e ottusa?
Così certa che la sua visione delle cose sia quella corretta da non lasciare spazio ai pareri altrui?
Magari siete proprio voi questa persona?

Essere rigidi non serve a niente e a nessuno, tanto meno a voi stessi.
Spesso chi si mostra saldo ed irremovibile ha alle spalle un modello di educazione rigido fatto di regole ferree, ordine e disciplina che non gli permettono di uscire da uno schema prestabilito. Pertanto diventano intolleranti nei confronti di chi, invece, è in grado di rompere gli schemi e cambiare “rotta”.
Probabilmente dietro a questo atteggiamento si nasconde la necessità di non commettere errori, la convinzione che cambiare idea equivalga all’ammissione di colpevolezza.

Persone in apparenza sicure in realtà nascondono una grande insicurezza e l’incapacità di mettersi in gioco con autocritica.




La rigidità spesso porta a subire molte delusioni. Per quanto si possa essere sicuri delle proprie convinzioni, ci pensa la vita a ribaltare il tutto. Ecco che le persone che amano definirsi “coerenti” tendono ad attribuire alla sfortuna o a terzi  la causa dei “loro mali”, diventando spesso sgradevoli se non addirittura cattivi.
Certo, è più facile attribuire la causa di una grande delusione o un fallimento a chi in realtà non c’entra niente piuttosto che a se stessi.
Essere colpevoli, ammettere di aver sbagliato ci rende imperfetti e, agli occhi di una persona rigida, non potrebbe esserci tragedia peggiore.
Tutto ruota intorno al concetto di perfezione, di controllo su se stessi, sulle situazioni e sulle persone.

È necessario tutto questo controllo? È così importante essere coerenti?
NO.
Viviamo in una realtà in continuo cambiamento dove non ci sono più molte certezze  (si pensi al lavoro, alle relazioni, alla stabilità economica) e dove è necessario, se non addirittura vitale, essere in grado di vivere il momento e, perché no, cambiare idea...adattarsi alle situazioni mettendo da parte rigidità e controllo a favore di apertura e istinto.

A chi non piace tener fede alle proprie idee?!? Di certo, se vi soffermate a pensare, non potete dire di vedere la vita come la vedevate da bambini o da adolescenti. Anche nell’età adulta varia la visione che si ha delle cose. A quarant'anni si vede il mondo con occhi diversi rispetto quando se ne avevano venti. Cambiare idea significa essere se stessi in questo preciso istante della propria esistenza.

È inevitabile, il cambiamento fa parte della vita.





La flessibilità è in realtà un grande pregio, permette di adattarsi al cambiamento andando oltre gli schemi che potrebbero limitarci, soffocarci, senza smettere di essere noi stessi.
Essere rigidi ci tiene ancorati ad una catena che ci impedisce di andare oltre il limite che essa stessa pone.

Perché non dovremmo andare oltre questo limite? Perché non dovremmo aprirci al nuovo? Perché accontentarci?

Permettiamo a noi stessi di essere imperfetti, di sbagliare senza avere sensi di colpa inutili. Modifichiamo il modo di vedere le cose adattandoci a ciò che richiede l’istante che stiamo vivendo. Ascoltiamo il nostro cuore e cerchiamo di capire cosa ci fa stare davvero bene senza dare sempre retta alla parte razionale del nostro essere e a quel “devo fare, dire, pensare restando coerente alle mie idee”.

Cambiamo rotta, raggiungiamo nuovi traguardi mantenendo la fiducia in noi stessi e nelle nostre personali risorse. FUNZIONA!!!!

Come?

Lo psicologo Umberto Longoni -in un’intervista- sottolineava questi semplici concetti:

“Non esistono tecniche vere e proprie per aumentare la propria flessibilità, si tratta di un’elaborazione personale. Possiamo imparare dalla natura. Guardiamo gli alberi che sono capaci di modificarsi continuamente: in inverno sembrano morti e in primavera risorgono e rifioriscono dopo una silenziosa trasformazione. Sono l’emblema della flessibilità e dell’equilibrio, si piegano ma non si abbattono, si adattano e si rigenerano. Così dovremmo fare anche noi. Magari, percorrendo a ritroso la nostra vita ed esaminando le occasioni in cui la testardaggine ci ha causato problemi, possiamo imparare a diventare più simili agli alberi.


 
Pixabay

Diventare più simili agli alberi è possibile?
Non è facile ma di certo fattibile. 

                                                              


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