"Ti dico NO perchè..."

Una parola corta, semplice eppure così faticosa da pronunciare se si è genitori.
Non si vorrebbe mai dire NO ai propri figli, dire loro che certe cose non sono permesse e non si possono fare...
Eppure questa parola così difficile da esprimere se si è genitori e così difficile da accettare se si è figli, ha un significato educativo non indifferente.
I NO tracciano i confini delle possibilità d’azione,  delle distanze e insegnano l’attesa: sono rassicuranti (ebbene sì!).Segnano un confine chiaro su ciò che si può fare e quando è concesso farlo.
Avere dei limiti d’azione entro cui stare rende il bambino consapevole e responsabile del rispetto della regola suggerita dagli adulti.
È molto importante che il piccolo sappia che l’adulto lo ascolta e tiene conto della sua richiesta. Il NO deve essere sempre motivato e mai imposto senza dare spiegazioni.
In questo modo capirà che il limite riguarda una richiesta poco opportuna da parte sua e, con le dovute spiegazioni, accetterà l’eventuale alternativa che l’adulto suggerirà.
Oltre a motivare i divieti è importante capire il bisogno innato di scoperta e superamento dei limiti proprio di ogni bambino.
Quindi è fondamentale porre dei confini chiari e sensati per proteggerlo da eventuali pericoli...senza però esagerare!


Dal Web
Crescere il proprio figlio sotto una campana di vetro non è funzionale ai suoi bisogni, è importante che sperimenti l’autonomia. Rispettare il suo bisogno di crescere significa anche permettergli di sbagliare, capire l’errore ed accettare l’insuccesso.
I divieti devono essere perciò ben ponderati e sensati per essere rassicuranti...l’eccessiva imposizione diventa motivo di ansia nei confronti della voglia di scoperta. Devono essere confini sicuri entro cui trovare un senso di protezione non barriere insormontabili per evitare un realtà pericolosa. Questo procurerebbe un blocco nel bambino che diventerebbe quindi diffidente e spaventato da ogni situazione sconosciuta.
In alcuni casi, nel cuore di una mamma e di un papà, risiede la paura di compromettere il rapporto col proprio bambino. In questo caso è utile sapere che arrendersi al timore di “fare soffrire” il piccolo di casa non permette alla relazione tra genitori e figli di evolvere. Avere una guida che segue e indirizza (con un NO) fa sentire il bambino sicuro e mai solo nel vivere le numerose esperienze di vita.
Per concludere posso aggiungere che i NO accrescono, al di là di ciò che si può pensare, la libertà del bambino perché insegnano a scegliere, a diventare responsabili e conquistare le cose piano piano a seconda dei tempi dovuti e quindi ad avere più fiducia di sé e delle proprie capacità.
Per dare ulteriori consigli utili a chi li necessita ho chiesto a DOC un parere esperto in merito a questo argomento così delicato ed ambivalente.


Ecco cosa ha scritto:
"L'assenza di NO, che prende forma nello stile educativo del permissivismo, genera individui incapaci di tollerare la benché minima frustrazione, individui deboli che andranno in “mille pezzi” alle prime difficoltà, perdite, sconfitte a cui inevitabilmente la vita metterà di fronte.

L'eccesso di NO invece, configura uno stile educativo autoritario. Tale stile cresce persone piene di paure, timori, a volte terrorizzate e insicure che difficilmente riusciranno a far emergere la propria personalità con i loro desideri, sogni, bisogni.

Allora, come in tutte le cose, la regola migliore è la MODERAZIONE.

Scegliamo Alcuni NO.

Non possiamo dire NO a tutto, quindi scegliamo i temi per noi più importanti; un classico è  la sicurezza del bambino (es: NO, non puoi aprire i cassetti da solo perché non sai valutare la pericolosità del contenuto e devi SEMPRE chiedere all'adulto.)
Altri ambiti  importanti in cui il genitore deve dire NO per dare regole (il discorso sulle regole e i no va di pari passo) e confini chiari, credo siano L'ALIMENTAZIONE e la NANNA e i NO per crescere ( esempio: i no ai vizi)
Quindi un NO a spuntini fuori orario o a cibi poco sani  è un confine che aiuta il bambino ad acquisire buone abitudini alimentari importanti per la sua salute.
I NO che vogliamo dire li scegliamo noi, a seconda di ciò che riteniamo più importante ma ricordiamoci sempre che ci vuole COERENZA.
Il NO non deve mai diventare SI, altrimenti creiamo solo confusione e vanifichiamo tutte le volte che abbiamo detto NO!
QUINDI CARI GENITORI, in sintesi: POCHI NO, ma COERENTI!" DOC 
Cosa pensate riguardo a questo argomento? Qual è la vostra esperienza in merito? Confrontiamoci, sarà utile a tutti.

Commenti

Anonimo ha detto…
Ma un genitore si sente in colpa subito per dire "no" al figlio? Un genitore che sa cosa fare, sa che lo dice che per il suo bene... Ok, non parliamo di estremismi, ma se un genitore non sa prima di tutto "governare" se stesso, non so come possa governare un figlio. Basta quella che una volta era buona educazione e buon senso... e ragionare sulle cose importanti o sulle cose che vanno di moda... ragionare sul senso delle cose più che sulle cose stesse. Saluti
Lara ha detto…
Concordo pienamente sul fatto che sia importante "ragionare sul senso delle cose più che sulle cose stesse". Personalmente sono cresciuta nell'epoca in cui i NO erano molti e spesso non motivati...non sempre li capivo o li accettavo. Crescendo ho compreso il motivo per cui i miei genitori li dicevano "apparentemente" con facilità: per il SENSO che quella breve parola aveva nelle varie situazioni. Ora non posso che ringraziarli.
Grazie "Anonimo" per avere lasciato un tuo pensiero
Doc Risponde ha detto…
Caro anonimo, ha perfettamente ragione. Non ci si dovrebbe sentire per nulla in colpa perché l'adulto è in grado di guardare aldilà del momento e quindi vedere l'obiettivo finale, cioè il bene del bambino . Di fatto spesso però i genitori,lo dico per esperienza sul campo, si sentono in colpa o non sopportano di vedere il figlio che piange,fa i capricci o è triste e, dunque, il no si tramuta in un sì così i bambini sono confusi e l'effetto è molto deleterio . Deduco,però, dal tuo post che tu sia un genitore dal "NO coerente" quindi complimenti...fortunati i tuoi figli!

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