Bimbi Tiranni? No, grazie!

Di bimbi tiranni ne è pieno il mondo a quanto pare.
Un fenomeno così diffuso che in Francia è nato il primo gruppo sperimentale di sostegno per “genitori disperati”.
No, non è il titolo di una nuova serie TV di successo ma una realtà che all'ospedale di Saint-Eloi ha preso vita per sostenere genitori incapaci di gestire figli prepotenti e capricciosi che fanno tutto ciò che vogliono senza sentire ragioni...dei piccoli tiranni, per l’appunto.

Ecco il ritratto del “PICCOLO TIRANNO”:
  • rifiuta ogni tipo di obbligo;
  • decide tutto ciò che lo riguarda (scelta dei programmi tv, dei giochi, del vestiario, del cibo...);
  • ricatta e pretende in continuazione qualcosa da adulti e coetanei (giochi, vestiti, permessi, uscite);
  • scatena una vera e propria guerra ogni qual volta i suoi voleri non siano esauditi.

Un piccolo despota insomma, che pretende che ogni suo desiderio venga realizzato, che vuole essere sempre al centro dell’attenzione e che è pronto a lottare con ogni mezzo per raggiungere i suoi scopi.
Spesso è così spiccata la sua capacità di ricatto che i genitori malcapitati (ma anche nonni e zii) hanno timore di dire di no ed acconsentono ad ogni suo vezzo.
Certo, in base all'età  le pretese avanzate variano ma il punto focale resta uno: cosa fare se si viene tiranneggiati dal piccolo di casa?
Castighi e punizioni, ormai si sa da tempo, non servono a nulla. Meglio lavorare sul significato e il valore dei “no che aiutano a crescere”.
Partendo dal presupposto che ogni bambino, per natura, tende a sfidare i genitori e gli adulti di riferimento ciò non significa che ogni sfida lanciata porti matematicamente il piccolo di avere la meglio.

Chi è il bambino tiranno?
Il bambino tiranno è quello che vince ogni “gara di potere” con i famigliari che  perdono la loro autorevolezza e non sono più un modello da seguire.



Iniziare a porre dei limiti già dai primi anni di vita di un figlio è la strada migliore (non la più facile) per stabilire un rapporto reciproco di rispetto e ascolto.
Eccone alcuni:
  • Limiti di tempo: il bambino deve rendersi conto che non può avere tutto e subito, che non può decidere cosa fare sempre e comunque. Ci sono dei tempi da rispettare, nella gestione del menage famigliare e nella vita di società...la scuola è una buona palestra in questo perché, avendo dei tempi giornalieri ben scanditi e ripetitivi, genera nel bambino sicurezza. Nello stesso tempo lo aiuta nello sviluppo della capacità di adattamento e di attesa.
  • Limiti di spazio: è importante che il bambino abbia un “posto tutto suo” all'interno della casa che condivide con i famigliari per gestire il momento del gioco e per avere un luogo dove riporre gli oggetti di sua proprietà. Permettergli di fare queste cose in ogni angolo della casa, secondo gli esperti, non va bene perché, senza una cornice, un limite entro cui stare, imparerà a spadroneggiare ovunque e pretenderà di farlo sempre...a casa dei nonni, degli zii, degli amichetti e anche a scuola dove lo spazio è di tutti!
  • Scelta dei giochi, del vestiario e del cibo: come per i primi due esempi anche la scelta dei giochi deve essere supervisionata da un adulto in base alla qualità, all'utilitàall'età del bambino e alle capacità cognitive acquisite. Acconsentire all'acquisto di un gioco solo perché è stato visto a casa dell’amichetto non è un motivo sufficiente. Il genitore deve mediare anche in questo. Per non parlare dell’abbigliamento! Se lasciassimo scegliere ai bambini cosa mettere sarebbe un vero disastro. L’importanza della qualità, della fattura, della comodità e, perché no, del buon gusto (soprattutto quando i bambini iniziano a crescere) di certo è più a portata di adulto che di bambino. Magari si possono offrire due proposte entro cui stare, in modo che la scelta venga fatta da lui pur essendo gestita da mamma e papà. Per quanto riguarda il cibo...sono passati i tempi del “O mangi la minestra o salti la finestra” ma di fatto chi meglio di un genitore può mettere in tavola cibi sani ed equilibrati per il proprio figlio? Educare alla corretta alimentazione è un compito che spetta alla famiglia e alla scuola. Non facciamoci intimidire! I cibi spazzatura non fanno bene a nessuno...tanto meno ad un bambino. Bando ai piagnistei, con un po’ di fermezza scorderanno patatine e schifezze simili sviluppando i gusti personali in fatto di verdure, frutta e quant'altro.
Di certo qualche capriccio ci sarà...è normale, non sarà facile stabilire i limiti, ma è fondamentale non cedere.
I capricci  vengono spesso associati alla tirannia...ne sono quindi l’anticamera?
No, se si differenziano correttamente le due cose. I capricci vengono “attivati” per poter ottenere attenzione e qualcosa di preciso. Gestire un capriccio significa contenere l’esplosione di pianto e non assecondare l’ennesima richiesta del proprio figlio. Il bambino capriccioso diventa tiranno quando ha la certezza che ogni sua richiesta (magari enfatizzata da una bella scenata) verrà assecondata.

Per evitare di diventare genitori disperati e tiranneggiati è fondamentale non cedere mai al capriccio e seguire sempre la regola del “no motivato” al fine di costruire un rapporto di fiducia, rispetto e serenità.
Non sarà facile, è vero (è più semplice dire sì che no), ma di certo sarà utile al vostro bambino per crescere equilibrato e disponibile nei confronti di tutto e tutti.




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