Il "sublime stato" della solitudine

Bisogna sapere cosa significa vivere intensamente, avere combattuto mille battaglie...dalle più banali alle più serie, essere esausti e sognare la pace e la tranquillità per apprezzare la solitudine.
Soprattutto, bisogna non avere paura. Sì, perché la solitudine spesso spaventa.
Essa viene vissuta con disagio, come se fosse uno stato colmo di negatività, un qualcosa da evitare a tutti i costi. Per tale motivo si resta connessi tutto il giorno, si esce ogni sera per non restare a casa soli e si organizzano incontri di ogni genere nonostante la stanchezza (aperitivi, apericene,cene e basta...), ci si accontenta di “storielle” sentimentali superflue per non restare single...

Le parole solo, solitudine e single denotano per i più una mancanza, una situazione non proprio piacevole per chi la vive. La definizione è subito servita: Solitudine = tristezza, abbandono, depressione.
Tutto questo rimanda la mente al concetto di fallimento. Fallimento delle relazioni, dei rapporti amorosi e famigliari.
Ecco perché la solitudine spaventa così tanto.
Perché denota un fallimento personale, perché spesso viene collegata ad un evento traumatico subito (un abbandono, un lutto, un licenziamento), perché si ha paura di restare soli col proprio IO.
A tal proposito il filosofo e sociologo Bauman affermò:
“Quando si evita a ogni costo di ritrovarsi soli, si rinuncia all'opportunità di provare la solitudine: quel sublime stato in cui è possibile raccogliere le proprie idee, meditare, riflettere, creare e, in ultima analisi, dare senso e sostanza alla comunicazione”
È davvero così pessima la solitudine? Assolutamente NO se la si vede come un’opportunità e non come una punizione, una sofferenza.


Passare un po’ di tempo senza nessuno intorno ascoltando le nostre necessità e capendo come stiamo veramente, ci permette di creare una piccola oasi di pace in cui ritrovare noi stessi anche nei momenti più tristi in cui ci sentiamo persi.
Basta davvero poco per ascoltare e capire quali sono i nostri bisogni e concentrarci su di essi. L’importanza dell’auto-ascolto non va sottovalutata e porre dei limiti in tal senso (magari per timore), impedisce di metterci alla prova, ci blocca.

Oggi come oggi stabilire un dialogo interiore risulta quanto mai difficoltoso perché si è sempre “presi” da qualcosa e il tempo sfugge dalle nostre mani ma non è del tutto impossibile.
Anche mezz'ora al giorno può bastare per stabilire un contatto con il proprio IO. Ritagliare una piccola parentesi giornaliera da dedicare alla “solitudine sana” non potrà che giovare positivamente alla nostra salute mentale e fisica
Dovremmo imparare a recuperare la capacità di fermarsi, di vivere dei momenti di pace durante i quali riflettere,  sviluppare delle intuizioni, in cui smettere di vivere meccanicamente. Porci in ascolto, insomma.

Stare soli con i propri pensieri a volte è faticoso, soprattutto se si sta attraversando un periodo difficile, ma porta sempre buoni frutti.
Capire il significato e l’importanza della solitudine ci porta a stare bene con il nostro essere più profondo e a non cercare nell'altro continue conferme per affermare la nostra identità.
Inoltre, avendo sperimentato la solitudine possiamo dare sostegno al senso di solitudine dell’altro sviluppando maggiormente l’empatia ovvero la capacità di comprendere lo stato d'animo altrui.

La solitudine non sarà più un buco nero ma un’oasi di pace e serenità in cui rifugiarsi per trovare se stessi.






Commenti

Post Popolari

Dovremmo guardare il mondo con gli occhi di un bambino...

La ferita del tradimento

Piccoli passi per volersi bene: Come difenderti dall'invidia