Essere una Super Mamma? Meglio essere una mamma imperfetta e felice

Nel mese di settembre una donna ha inviato al Corriere una lettera-sfogo in cui raccontava la sua esperienza di madre, moglie e lavoratrice.
Il suo stato d’animo trapela chiaramente, oggi come ieri, tra quelle righe scritte col cuore.
La fatica, lo scoraggiamento, la frustrazione, il senso di inadeguatezza e la consapevolezza di mettercela tutta (nonostante i mille intralci della vita di ogni giorno) per essere una madre perfetta, una moglie amorevole e una professionista seria.
Ecco alcuni passaggi:

“Ci ho provato, disperatamente, a conciliare il ruolo di mamma lavoratrice. Ho chiesto orari ridotti che mi consentissero di portare le piccole al nido o alla scuola materna, mi sono avvalsa di tate, di aiuti di ogni genere, e per qualche tempo mi sono anche illusa di poter fare tutto. Ma la realtà è che è impossibile. Pur con tutti gli aiuti del mondo, ti ritrovi con il conto in banca prosciugato dagli stipendi alle tate e alle sostitute delle tate, dai folli costi dei nidi e delle attività extrascolastiche (che, pur senza esagerare, ti paiono irrinunciabili, come ad esempio un corso di nuoto, uno di inglese) e al contempo devi convivere con enormi sensi di colpa che ti tormentano.

Non riesci a recuperarle da scuola tutti i giorni, non riesci a giocare con loro nel pomeriggio perché devi preparare una cena possibilmente sana e devi organizzare la giornata successiva, non sei abbastanza serena da assicurare loro un sorriso costante ed una parola indulgente, affannata come sei da tanti pensieri.

Ma i sensi di colpa non sono solo questi. Ti sembra di essere una lavoratrice meno solerte degli altri perché esci prima dallo studio rispetto ai colleghi uomini; ti sembra di non essere una brava moglie perché tuo marito ti chiede cosa hai fatto dalle 18 in poi e a te sembra troppo poco farfugliare «Le ho portate al parco giochi, le ho lavate perché erano sporchissime e ho preparato la cena con la piccola sempre attaccata alle gambe»; ti senti in colpa per non riuscire ad avere un rapporto umano o addirittura amorevole con una suocera criticona; ti senti in colpa a scaldarti il cuore con un bel piatto di pasta serale perché sei fuori forma e non hai neppure il tempo di farti una messa in piega; insomma, ti senti sempre e costantemente sotto pressione.


Ho il nodo alla gola da giorni e non vedo soluzione, se non una nuova chiave di lettura di questa ormai esasperata condizione”. Leggi tutta la lettera al Corriere

Quante di voi leggendo queste poche righe avranno ritrovato aspetti della propria vita tra le parole di questa donna che ha voluto restare anonima ma che potrebbe avere il nome di tutte noi, data la “familiarità” tra le sue e le nostre esperienze vissute?
Essere delle Super-Mamme, delle Wonder Woman invincibili, è un’utopia e ora siamo stremate...anche se ce l’abbiamo messa tutta per cercare di esserlo.


Combattiamo ogni giorno con i sensi di colpa, proviamo inadeguatezza e sconforto perché non siamo in grado di fare tutto quello che ci prefiggiamo...come possiamo uscirne?

Secondo gli esperti fare tutto (e anche di più) è impossibile e riconoscerlo è un segno di rispetto nei confronti di noi stesse e della nostra natura.
Abbiamo dei limiti, è vero, ma anche un cuore e una mente che possono aiutarci a non tradire noi stesse e a riconoscere l’autenticità di ciò che proviamo.
Ammettere i nostri limiti è un segno di forza e di equilibrio, non una resa fallimentare.
Essere perfette mamme, perfette donne e perfette mogli/compagne è una meta irraggiungibile che deve essere accantonata per dare spazio all'idea che possiamo essere tutte quelle donne insieme privilegiando una o l’altra di volta in volta.
Senza provare sensi di colpa dobbiamo imparare ad ascoltare le nostre percezioni e porre delle priorità in modo da non finire soffocate dalle troppe faccende che ci proponiamo di portare a termine a fine giornata.
Delegare gli altri non è un misfatto.
Dedicare dei piccoli ritagli di tempo a noi stesse non significa essere egoiste ma consapevoli dei propri bisogni.
Mollare la presa quando ci si sente soffocare non è un atto di codardia ma di mera consapevolezza dei propri limiti.

È faticoso, perché noi donne vogliamo farcela sempre e comunque...con i figli, con i nostri compagni di vita e sul lavoro. Vogliamo arrivare a fare tutto e bene.
Forse dovremmo cambiare rotta, ridimensionare le mete da raggiungere rapportandole alla nostra “natura umana”. Perché diciamocelo: anche se la cena di stasera non sarà salutare al 100%, la lavatrice non farà il suo giro di bucato perché siamo stremate dalla stanchezza e la casa non sarà perfettamente pulita ed ordinata non cadrà il mondo...i nostri figli non ci vorranno meno bene e i nostri compagni non ci ameranno di meno.

Lo dobbiamo a loro e lo dobbiamo a noi stesse.
Dobbiamo riconoscere che essere imperfette non è una mancanza ma una semplice condizione e smettere di cercare la perfezione potrebbe essere la chiave per sentirsi più felici e soddisfatte.
Non è possibile essere una madre ed una moglie perfetta. Ma ci sono milioni di modi per essere una buona madre e un buona moglie.

Voi cosa ne pensate?


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