Il potere del simbolico
Il Sacro Monte di Varese è un luogo magico, in cui ci
si trova ad essere sospesi tra passato e presente, concreto e spirituale.
Un luogo in cui ci si sente ispirati e liberi da
pressioni e stress.
Chi vive a Varese lo sa bene.
La scorsa settimana un'amica, trovandosi
a percorrere il viale delle Cappelle, ha pensato di racchiudere il suo pensiero
e le sensazioni provate in uno scritto che ha deciso di condividere sul
blog.
Sono molto orgogliosa di poterle dare
spazio e di ospitare Vera e il suo post:
Il potere del simbolico
Vado a camminare e mi viene voglia di scrivere... il silenzio, partire alle 9 di mattina quando ancora un po’ di gente dorme e scoprire la bellezza anche di essere sola. Sola per la strada, sola per il viale, sola nella salita.
A
poco a poco si incontra qualcuno, sconosciuto, ma ci si lancia un’occhiata,
come dire “Stiamo facendo la stessa strada, tu torni, io sto solo iniziando a
salire”. Condivido in un attimo la voglia di camminare, la voglia di
estraniarsi un po’ dalla confusione del mondo, la voglia di tornare nel
silenzio e di cambiare qualcosa delle giornate che a volte sembrano sempre
uguali. Oggi la mia giornata è diversa. Anche l’aria fresca che mi sveglia il
volto assonnato e annoiato o appesantito dalla vita, mi sembra un regalo.
Poi
inizio a salire, non smetto mai di camminare e intanto penso… aria di
primavera, alberi ancora spogli e non ancora usciti dall'inverno, una nebbia
rarefatta in cima al monte. Faccio fatica ma non mi fermo e così passo dopo
passo arrivo in cima. Mentre cammino non penso neanche ad arrivare, penso a
camminare e basta. È un circolo che si alimenta.
La
torre campanaria da lontano mi guarda, è lì che mi aspetta, segna il tempo
ma è un tempo dilatato, è il tempo della pace, del vivere, del pensare, della
tranquillità che ha abbandonato la fretta. Sembra che tutto sia tornato in
armonia con me e forse anche io con me stessa. Assaporo la salita finale e una
sosta mi farebbe molto comodo, acconsento ma solo un attimo; non mi voglio
fermare per paura di perdere la carica conquistata e dopo poco riparto.
Guardo
per terra, i ciottoli hanno accompagnato tante vite, da secoli la gente li
calpesta, chi in malo modo chi con rispetto, sapendo che mi condurranno alla
meta. Pietre, sempre lì nello stesso posto e che hanno conosciuto mille vite,
mille passi, ascoltato mille racconti, hanno visto migliaia di persone
percorrerli una manciata di volte o mai più. Ma chi si accosta alla nostra
sacra montagna non può non rimanerne affascinato. Arrivo in cima, pietre
bianche, il gelo dell’inverno lascia ancora delle tracce. Tutto è per me.
Ancora poca gente nel borgo arroccato sul monte e sembra veramente di essere in
un altro mondo, nel mondo.
Ormai
sono arrivata e quasi vorrei che il cammino non fosse ancora giunto in cima. Ma
poi d’improvviso mi accorgo che il pensiero, la pace, la vita non terminano
lassù, sono solo a metà percorso... ora dall'alto quasi a toccare il cielo e i
cirri, tutto deve ricominciare e inizia la discesa per la giornata che oggi mi
attende.
E
quando penserò al Sacro Monte la mia mente si ricorderà sempre che
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