L'anno del SÍ

Sì e no sono due parole così corte che spesso vengono pronunciate d’istinto, come se potessero sgusciare dalla nostra bocca senza controllo.
Le usiamo per esultare, per esprimere il nostro dispiacere, per dare il via o bloccare qualcosa. Le diciamo per acconsentire o per negare...insomma, sono piccole sillabe è vero, ma a volte racchiudono una moltitudine di significati.
Nella maggior parte dei casi sono risposte alle numerose domande che ci vengono poste ogni giorno in famiglia e sul lavoro.
Sono più numerosi i  o i NO? Difficile a dirsi.

Molto spesso si risponde, nell'intento di non deludere il nostro interlocutore, “Sì, ma...” dando vita ad un NO mascherato da finto assenso con il quale poniamo dei limiti e delle condizioni (in base alle nostre necessità)  all'obbligo di fare una cosa che non ci va molto a genio.


A tal proposito, la famosa sceneggiatrice, regista e produttrice americana Shonda Rhimes ha provato per un anno a rispondere con più frequenza in maniera affermativa  alle richieste, descrivendo in un libro intitolato “L’anno del sì” la sua esperienza.
Dire sì in abbondanza non significa dover diventare uno zerbino per famigliari, amici o colleghi, assecondando tutte le loro richieste; secondo Shonda ha un significato più profondo, quasi introspettivo.
Ecco i cinque SÌ per cui vale la pena mettersi in gioco:

  •  ad affrontare le proprie paure: ognuno di noi ha un elenco più o meno lungo di esperienze a cui diciamo di no per il semplice fatto che temiamo le conseguenze o le ipotetiche catastrofi che potrebbero accadere (“Vomiterò di certo”- “Non riuscirò ad aprire bocca”- “Farò una figuraccia”...). Questi sono NO detti per paura. Il segreto sta nel porre queste situazioni come punto di partenza dell’esperienza per affrontarle e risolverle piano piano affinché non ci spaventino più.
  •  ad essere se stessi: spesso ci ritroviamo ad indossare la maschera della perfetta moglie, della madre multitasking sempre al passo, dell’amica pronta all'ascolto e alla comprensione...la domanda è: siamo davvero così? Se interpretiamo un ruolo di questi senza che faccia parte della nostra vera essenza, solo per compiacere gli altri, allora dovremmo correre ai ripari.
Solo così i nostri SÌ potranno essere sinceri e rispettosi del nostro essere.
Nessuno ci giudicherà peggio di quanto potremmo fare noi stesse quando ci sforziamo di interpretare un ruolo che non ci appartiene.

  •  a prendersi 15 min al giorno solo per sé: obblighi e doveri...quanti ne abbiamo? Davvero molti. Il segreto per recuperare un po’ del proprio spazio è ritagliarsi ogni giorno 15 minuti per fare ciò che ci fa stare bene. Può essere semplicemente bere un caffè leggendo qualche pagina di un libro o chiudere gli occhi ed assaporare il silenzio. Di certo non saranno quei 15 minuti che ci regaliamo ad impedirci di portare a termine i numerosi impegni. Lo dobbiamo a noi stesse. Smettiamo pensare a ciò che è giusto fare o a quello che gli altri si aspetterebbero da noi...concentriamoci solo sul benessere che il nostro piccolo spazio di tempo può regalarci.
  •  ai complimenti: quando arriva un complimento -sia nel privato che sul lavoro- noi donne siamo delle esperte nel minimizzare la cosa e sminuire le nostre capacità o qualità. Ebbene, basta! Prendiamo queste belle parole e teniamole da parte per alimentare il nostro orgoglio accettandole e ringraziando semplicemente chi ce le regala con sincerità e slancio.
  •  alle conversazioni difficili: i diverbi e i conflitti spesso ci fanno scappare a gambe levate, non abbiamo voglia di affrontarli e così li schiviamo ogni volta possibile. Aprire la bocca e parlare è molto più facile che tacere e lamentarsi piangendosi addosso ogni qual volta un collega, un amico o famigliare borbotti qualcosa di negativo nei nostri confronti. Domandare semplicemente “Cosa non va? Cosa intendevi dire? Cosa c’è che non va in ciò che faccio?”  è molto più liberatorio che ingoiare rospi. Provare per credere!

Questi sono i consigli che emergono dal libro di Shonda.
Provare non costa niente, anzi! Potrebbe solo portare dei vantaggi nel campo delle nostre relazioni sociali e aumentare la sicurezza e la stima di noi stesse.


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