Cinque parole chiave per essere felici

Come si fa ad essere felici?
La ricerca della felicità, da sempre, è il fine comune che ci proponiamo nel corso della vita. La cerchiamo, la inseguiamo spasmodicamente, a volte in maniera estenuante e non sempre riusciamo a raggiungerla.
Leggevo tempo fa un interessante articolo (di cui voglio raccontarvi il contenuto) in cui si affermava che la felicità non è un fatto personale, non riguarda solo noi ed il nostro piccolo mondo.
E se fosse vero? Se la felicità fosse condivisione col prossimo? Dare un po’ di sé agli altri? Abbiamo sbagliato tutto fino ad ora?

Il binomio tra felicità e generosità pare essere il punto di partenza per vivere una vita serena e ricca.
Da questa unione nascono azioni positive che ne portano altre e che generano nella nostra esistenza una ricchezza inaspettata.
Spostare il focus, quindi, può essere il modo più efficace per raggiungere una felicità a lungo termine senza più doversi accontentare di piccoli momenti di serenità rapidi, incostanti e fuggevoli.


Nell'articolo in questione, si parlava di un vero e proprio elenco di parole chiave per essere felici:

  • Generosità: dare rende più felici le persone. La generosità è una forma gratuita di altruismo e non ha niente a che fare con l’utilità; ci rende consapevoli del fatto che la felicità non nasce necessariamente da conquiste di tipo materiale ma da relazioni piene e soddisfacenti. Nel donare qualcosa agli altri veniamo coinvolti completamente, ci mettiamo in gioco in prima persona. Praticare atti di generosità ci rende attenti alle esigenze altrui, ci porta ad entrare in sintonia col prossimo. Non pensiamo più solo al nostro benessere ma ci dedichiamo alla serenità altrui.
  • Ascolto: l’attenzione, oggi come oggi, è un tassello mancante all’interno delle relazioni. Non si trova mai il tempo per dare ascolto alle persone che ci circondano perchè c’è sempre qualcosa di più importante da fare. Siamo sicuri che sia davvero cosi? L’ascolto è una forma di vicinanza irrinunciabile nelle relazioni. Stare accanto alle persone care non significa essere presenti fisicamente ma esserci con il cuore, coi sentimenti, con l’ascolto e la comprensione.
  • Empatia: percepire lo stato d’animo di un’altra persona, sentire le sue emozioni come se fossero nostre è una qualità indispensabile per entrare in sintonia col prossimo. Oggi non siamo più capaci di “metterci nei panni degli altri”, siamo egoisti ed individualisti. Fermiamoci, smettiamola di correre da soli e mettiamoci in contatto con l’altro perchè nell’empatia risiedono amore, amicizia e piacere della relazione fine a se stessa.È uno degli strumenti che la natura ci ha concesso per essere più sensibili e, dunque, più intelligentemente e più generosamente felici . (C. Andrè)Cura: “prendersi cura” significa riconoscere l’importanza che l’altro ricopre nella nostra esistenza. Ci mettiamo a sua disposizione, gli regaliamo le nostre attenzioni e gli offriamo il nostro sostegno, il nostro appoggio disinteressato. La cura ha a che fare con l’identità delle relazioni. Senza l’attenzione non vi è cura e nemmeno relazione; significa essere generosi di sé. Il “noi” solo così diventa condivisione vera e sincera.
  • Convivialità: mettere da parte l’individualismo (cosi diffuso) a favore dello stare insieme può essere un ottimo spunto per ritrovare valori perduti come la condivisione. La convivialità qui è intesa come il trovarsi attorno ad un tavolo e condividere il cibo con altre persone. Il cibo è piacere, cultura, condivisione e felicità; è utile a tener vivo lo spirito di comunità, di gruppo, di famiglia. È l’immancabile ingrediente della festa, che spezza la routine della vita quotidiana scandita dalla logica dell’utile, per dare spazio ad un momento di gioia e spensieratezza.
“Le cinque parole chiave per essere felici” per me sono state un ottimo spunto di riflessione sull'importanza dei gesti, delle emozioni e dell’attenzione verso il prossimo piuttosto che sulla felicità fine a se stessa.
In particolare mi sono soffermata a pensare alla qualità delle relazioni e al rapporto relazione/attenzione: senza attenzione non c’è relazione col prossimo.
Perchè, di fondo, senza attenzione non vi è generosità, non vi è ascolto ed empatia, nè cura e voglia di stare insieme.

Stare con gli altri è dare una parte di sè, senza chiedere nulla in cambio...è generosità; è esserci con attenzione.
A proposito di questo la filosofa Simone Weil affermava: “L’attenzione è la forma più alta di generosità”.




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