Bugie...nel bene e nel male

Dire bugie...un’arte che si impara fin da piccoli.
In effetti, fermandoci un attimo a pensare alla nostra infanzia, di certo possiamo ammettere che è stato il periodo della nostra vita in cui ne abbiamo dette maggiormente.
Io, ad esempio, mentivo sui compiti e lo studio, sui voti, sull'aver fatto o meno una cosa noiosa richiesta da un genitore, sulla colazione!!! (quante tazze di latte versato nel lavandino aspettando che mia madre non mi vedesse piuttosto che berlo - dato che mi dava il voltastomaco).
Potrei andare avanti per chissà quanto ad elencare degli esempi e, credo, valga lo stesso per voi; quello che conta sapere è che non dobbiamo vergognarci di avere raccontato molte frottole durante la nostra infanzia perché, secondo gli studiosi, dire bugie fa parte del processo di crescita di ogni bambino. Da adulti questa abitudine poco virtuosa si ridimensiona e, se si cade nuovamente in fallo, lo si fa per piacere agli altri o non deluderli, per ottenere un vantaggio, per edulcorare qualche boccone amaro.
Insomma, lo si fa in maniera più calcolata e moderata.


Esistono svariate tipologie di bugie, con forme e identità differenti. Iniziamo da quella più conosciuta, quella con cui tutti noi abbiamo avuto a che fare...
La bugia pedagogica: detta per gratificare i bambini. Quante volte mi è capitato durante la mia carriera di educatrice una situazione come questa: “Maestra, ti piace il mio disegno?” e io “Wow!!! È bellissimo, bravo!!” pur trovandomi di fronte ad un ammasso di cerchi e linee confuse. Questo un esempio come tanti...
Dopo di che ci sono:
La bugia sociale: viene detta per non ferire la sensibilità altrui. “Uuuuh come ti sta bene il nuovo taglio di capelli” ormai il danno è fatto quindi tanto vale tirare un po’ su di morale la nostra amica poco convinta della scelta fatta.
La bugia utilitaristica: usata sul lavoro o in altri ambiti per evitare un incarico scomodo. “Ehm no, oggi proprio non posso fermarmi oltre orario...un UFO è atterrato nel mio giardino e devo andare ad accogliere i nuovi arrivati” lo so, è un po’ eccessiva ma serve a rendere l’idea di cosa siamo disposti ad inventarci per sfuggire alle pretese del capo.
L’omissione: non è una vera menzogna bensì una verità taciuta. Esempio di omissione nella coppia: “Ciao amore, oggi sei andata a fare shopping con le amiche...hai comprato qualcosa?” e tu “No, non ho trovato nulla di interessante” a parte la ventesima borsa nera e l’ennesimo paio di scarpe décolleté...ma poco importa dirglielo, no?!?
La bugia a fin di bene: riflette la scarsa fiducia nelle capacità altrui di affrontare la realtà. Quando un’amica si rifiuta di ammettere che l’ex è un cretino e tra loro è definitivamente finita e tu le dici: “Non preoccuparti, quando si accorgerà dell’errore, tornerà da te...”; si tratta quindi di dire ad una persona esattamente quello che si aspetta di sentire per non soffrire.

Queste sono le bugie buone...quelle leggere, che non scatenano eventi irreparabili. Sono bugie che non ci rendono persone grette e meschine.

Quando la bugia diventa pericolosa? Quando può danneggiare gli altri e noi stessi in maniera irreparabile?
Quando la menzogna diventa un mezzo comunicativo. 
In questo caso riconosciamo due tipologie di bugiardi: il bugiardo patologico e il manipolatore.
Il bugiardo patologico non si limita ad usare le bugie per nascondere qualche verità che lo potrebbe danneggiare o per levarsi da qualche situazione fastidiosa come accade per il bugiardo occasionale.Mentire per lui diventa un vero e proprio stile di vita con il quale mantiene di fronte agli altri un'immagine ideale di sé che non corrisponde alla realtà. 
Il manipolatore, invece, omette informazioni (anche banali) alle persone che lo circondano, indistintamente. La sua arte consiste nel volgere le situazioni e gli eventi sempre a suo vantaggio, senza guardare in faccia nessuno.

Queste figure hanno in comune la capacità di inventare una storia personale o di ricamare a piacimento su una realtà banale allo scopo di attirare l'attenzione e l'empatia di chi li ascolta. Le bugie per loro rappresentano un metodo efficace per conquistare il prossimo.
Riconoscerli non è semplice
e spesso ci si ritrova invischiati in storie sentimentali, amicizie o situazioni famigliari costruite sulla menzogna di un individuo come quelli sopra descritti. Ciò che dobbiamo fare è restare sempre in guardia e cercare di non lasciarsi affascinare dal loro modo di essere.
ilcorriere.it
Anche se smascherare un bugiardo non è facile, forse può consolarci il fatto che chi è bravo a ingannare gli altri è anche abile a mentire a se stesso e quindi sarà destinato a vivere un’esistenza vuota e solitaria. Recitare una parte ad un certo punto non basterà più e il castello di menzogne cadrà in mille pezzi.

Come possiamo riconoscere un bugiardo?
- Chi tende a mentire non guarda mai negli occhi il suo interlocutore.
- Sposta lo sguardo verso destra nel momento in cui mente.
- Fa pause lunghe all'interno di un dialogo perché sta elaborando una strategia.
- Il tono di voce è alterato, la voce può essere troppo acuta o fievole
- Rigidità degli arti, tensione muscolare. Chi mente appare rigido ed impacciato

Forse questi consigli non ci preserveranno del tutto dai colpi bassi che i bugiardi patologici ed occasionali potrebbero riservarci, ma una piccola mano ce la possono dare...in guardia amiche!!!

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