Incontro con l'autrice: "Non so nulla di te" di Diletta Lombardo

Mi piace sfogliare i libri, sentirne il profumo, far scorrere la mia mano sulle pagine...sono una tradizionalista in questo senso. Voglio libri veri, cartacei...vivi, che posso stringere tra le mani mentre mi rilasso e mi lascio trasportare dalle storie che raccontano...
Devo dire che nessun libro mi è mai sembrato vivo e mi ha mai emozionato come "Non so nulla di te" di Diletta Lombardo...forse perché mi sono ritrovata tra le righe narrate, forse perché è un romanzo profondo e significativo.
Quando mi è stato consegnato dall'autrice stessa, ho recepito tutta la passione e l'impegno che hanno portato alla sua realizzazione semplicemente stringendolo tra le mani e tra le sue pagine ho trovato una storia avvincente, delicata, vera, travagliata, misteriosa...un ventaglio di aggettivi che non sono eccessivi per cercare di esprimere la moltitudine di emozioni che si prova leggendolo.
Un romanzo d'esordio che merita tutta l'attenzione possibile; per questo mi sono sentita onorata quando sono stata contattata per condurre la presentazione-lancio presso la libreria Feltrinelli di Varese da Diletta stessa di cui ho raccolto in un'intervista le considerazioni personali che vorrei condividere con voi lettrici del blog.      

INTERVISTA
  • Vorrei iniziare questa intervista con una frase tratta direttamente dal romanzo che mi ha molto colpita per la sua verità e “adattabilità” all'esistenza di ognuno:“La trama della propria esistenza è tessuta da chiunque ne afferri i fili per spostarli a suo piacimento, ogni scelta che si compie potrebbe essere irreversibile e determinare il destino di altri”. A mio parere questa frase rappresenta l’essenza della storia narrata, condividi il mio pensiero?
Assolutamente sì, infatti tutto il libro è permeato dal senso del destino, credo si afferri chiaramente leggendolo. Mi affascina l'idea che la storia personale di ognuno di noi non è slegata dal destino di chi ci circonda, quanto meno delle persone con cui si condivide la propria quotidianità. Quando si pensa di muovere un dettaglio della propria vita, inevitabilmente, come un effetto domino, qualcosa si muove anche nell'esistenza di chi ci sta intorno; siamo fluidi e permeabili, ognuno vive di riflesso i cambiamenti dell'altro.
  • Il destino, le occasioni perdute, la vita che scorre e cambia in base alle scelte compiute... Questo credo sia il fil rouge, ciò che accomuna l’esistenza di due donne molto speciali: Alice e Noemi, le protagoniste principali del tuo libro...
Nel romanzo le due protagoniste partono da un binario comune e progressivamente divergono ognuna alla ricerca della propria identità ma anche di una forma di emancipazione molto personale.
Alice, ad esempio, ricerca l'emancipazione dal senso del dovere e dal senso di colpa che le deriva dalla famiglia di origine, mentre Noemi, ricerca emancipazione e sollievo dal senso di vuoto e incompiutezza che le deriva dall'assenza della figura paterna.
  • Partiamo da Alice...una donna, a mio parere, assetata di vita e di “attimi da chiudere in fondo al cuore”; Alice è passionale, vive col cuore la propria vita e dona tutta se stessa alle persone che ama pur conservando un lato di sé che è solo suo e che pochi, se non addirittura nessuno, riescono a comprendere ed accettare...
Alice durante l'adolescenza si dimostra prevedibile e rassicurante, molto devota alla famiglia. Crescendo matura un senso della propria sfera emotiva molto privato, conserva un aspetto di sé inesplorabile... quando guardi Alice è come guardare attraverso un cannocchiale e vedere un paesaggio bellissimo in cui persiste un punto cieco. Quel punto cieco è il segreto che lei conserva per tutta la vita e che accompagna il lettore quasi fino all'ultima pagina.
  • Alice è una donna profonda, di lei nel libro si dice: “Ha addosso un’urgenza di vita che travolge e affascina, è senza schemi, è imprevedibile e libera”. Poi c’è Noemi, di lei si pensa che abbia un’enorme rabbia dentro...in realtà nel suo lato più profondo si cela un tumulto che la spaventa, che la rende inquieta...
Di Noemi mi piace dire che è una persona che si mostra nuda e cruda davanti alle persone e agli eventi della vita. Non calcola le conseguenze delle proprie scelte perché ritiene che la vita sia imprevedibile e che dunque lo siano anche le conseguenze. Si trova in una fase della vita che per antonomasia è l'epoca delle scelte prese di petto ed istintivamente, però Noemi è così di carattere, non solo perché ha 16 anni. Non giudica gli altri perché è la prima a non giudicare se stessa.
  • È proprio vero...pare che Noemi abbia la necessità di toccare la vita in maniera concreta. A tal proposito nel libro lei si racconta così: “Corro corro e corro e sento il mio cuore impazzito che mi ricorda di continuo che sono viva”.
Oltre ad Alice e Noemi vorrei spendere due parole anche nei confronti dei personaggi maschili di questo romanzo. Apparentemente sono marginali, invece ricoprono una grande importanza nella trama del libro e determinano in modo drastico e netto il destino delle due donne protagoniste. Quelle maschili sono figure fondamentali con le quali ogni donna può confrontarsi e riconoscere qualcosa delle relazioni sentimentali che le appartiene.
  • Al di là della descrizione delle protagoniste e dei “personaggi satellite” di cui ci hai appena parlato, quali credi possano essere le argomentazioni principali che emergono dal libro?
Le tre argomentazioni principali secondo me riguardano:
l'adolescenza un periodo che rievoco con estrema facilità e trasporto; sono molto lucida nel ricordare le emozioni che mi hanno accompagnato a quell'età e me le sento addosso come fosse ieri anche se sono passati più di vent'anni.
L'adolescenza di Alice è quella tipica degli anni '80, dove le gambe sudate crescono a cavallo di biciclette che sfrecciano per stradine di paesi, dove una chitarra è sufficiente a creare la suggestione di un innamoramento e senti i brividi soltanto ad udire la voce del tuo ragazzo. L'adolescenza di Noemi, invece, è quella di una ragazzina anni 2000, protetta da una famiglia allargata, veloce nei tempi di crescita, calata in una dimensione dove le relazioni tra adulti e adolescenti sono quasi messe sullo stesso piano.
Poi c'è l'argomento dell'amore perché questo è un romanzo dove si parla di innamoramenti ma anche di amore fraterno, amicale, genitoriale; credo che ognuno possa ritrovare qualcosa di familiare, che tocchi le proprie corde più intime.
E poi, come già ho detto all'inizio dell'intervista, il terzo argomento principe è la rete delle relazioni, questa struttura energetica che sostiene ogni nostro spostamento nella trama delle relazioni con gli altri.
  • Abbiamo parlato tanto del romanzo... ora parliamo un po’ di Diletta: donna, madre, moglie, professionista e autrice di questo romanzo profondo e significativo. Come è nato “Non so nulla di te”?
Dunque, "Non so nulla di te" l'ho scritto quando ero incinta di Zoe, la mia terzogenita: ero in maternità e avevo tanto tempo da dedicare ad un progetto così elaborato. L'idea era tutta nella mia testa ma andava scritta e sviluppata. La cura con cui mi sono dedicata al romanzo è scaturita dall'enorme energia che sentivo dentro me, era un'energia creatrice che, oltre a portare a compimento lo sviluppo di un figlio, ha portato anche alla nascita del romanzo.
In più vorrei dire che questo romanzo è un riscatto che ho preso nei confronti di me stessa: trent'anni fa ho faticato come bambina dislessica e disgrafica e credevo che con le parole non sarei mai arriva a fare granché, invece, grazie all'amore per la lettura, ho perseverato e sono riuscita a superare ogni difficoltà arrivando fino a dove non avrei immaginato nella mia formazione letteraria.
Questo libro è anche un regalo che faccio ai miei figli: sperando che non si lascino mai dire da nessuno fin dove possono arrivare ma che decidano loro stessi che cosa vogliono fare delle proprie potenzialità.
  • Lara, tu mi stai facendo tante domande...tu sei stata la prima lettrice del libro e sono curiosa di sentire cosa hai trovato nella storia raccontata...
Ho trovato emozioni, vita, verità nelle vicende narrate. La storia di Alice e Noemi e di tutti gli altri personaggi del romanzo, ha toccato delle corde molto profonde del mio essere. Ha fatto scaturire delle emozioni molto forti e sentite, che mi hanno fatta ritrovare a tratti in una o nell'altra protagonista delle vicende narrate. È un libro che parla di me, di te, di ogni donna...e credo proprio che lo consiglierò alle persone a cui tengo per il suo significato profondo.
Ringrazio Diletta per l'intervista e spero possiate apprezzare il suo romanzo come l'ho apprezzato io.
"Non so nulla di te" è disponibile per la vendita in libreria e online.
Buona lettura!


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