Le abitudini che aiutano a cambiare

Quante volte capita di sentirci oppresse e sottomesse da una vita che non ci piace, da un lavoro frustrante, da una relazione stantia e da amicizie ormai incompatibili con ciò che siamo. Ci fermiamo a riflettere ed è come se mancasse sempre qualcosa per rendere ancora più bella e significativa la nostra esistenza e risulta difficile trovare la piena soddisfazione in ciò che abbiamo ed in ciò che facciamo.

Questo, il più delle volte, accade perché accettiamo fatti ed eventi in maniera passiva senza prendere in mano le redini per poter cambiare la situazione. Eccoci a ripetere in continuazione frasi rassegnate come: “Non posso farci niente” oppure “É così, me ne devo fare una ragione”. Queste affermazioni non fanno altro che rafforzare la nostra convinzione secondo cui è impossibile apportare un mutamento significativo a tutto ciò che porta a lamentarci e ci opprime.

È così difficile vivere una vita che calzi a pennello col nostro modo di essere e con le nostre esigenze? Come si può lasciare alle spalle tutto quello che complica inutilmente la nostra vita, non ci fa bene e non ci piace?
Iniziamo col sentirci rassicurate dal fatto che la situazione NON è irreversibile; il mutamento è qualcosa di possibile e di fattibile. Spesso è il modo in cui prediamo le cose che fa la differenza. Le abitudini mentali, chiamiamole anche convinzioni, credenze, abitudini, ci condizionano e ci portano a sentirci in trappola, in balìa di situazioni opprimenti che ci schiacciano sotto ad un peso eccessivo da sopportare...ci ancorano ad una vita che ci va stretta.

Leggevo tempo fa un articolo (ispirato al libro “La tua seconda vita comincia quando capisci di averne una sola” di R. Giordano) che spiegava come rompere certe consuetudini e rinascere dalle ceneri di un’esistenza poco soddisfacente compiendo piccoli passi che, a poco a poco, conducono verso cambiamenti significativi ed importanti.
Come? Ecco alcuni punti significativi, a mio parere, degni di nota da sperimentare: 
  1. Trova un modello di realizzazione personale: rompi l’abitudine di vederti sempre in modo negativo, facendo un vero e proprio elenco dei tuoi punti di forza e pensando a cosa potrebbe migliorarti ancora di più. Un esercizio utile può essere quello di ispirarsi ad un personaggio che ammiri pensando in cosa vorresti assomigliargli, creando un collage di immagini che lo ritraggono. Osservarle spesso pare abbia un effetto psicologico potente che aiuta a tendere verso i miglioramenti che vorremmo apportare al nostro modo di essere. 
  2. Ritrovare la calma facendo ancoraggio positivo: se un imprevisto ha minato la serenità della tua giornata appena uscita di casa, non ti limitare a pensare “Ecco, andrà tutto male” ma fermati e focalizza un’immagine positiva, un pensiero o un ricordo piacevole che possano spostare il focus dalla negatività del momento a qualcosa di positivo e rassicurante.
  3. Evita i litigi: aggredire verbalmente chi non ci capisce è una pratica da abbandonare il prima possibile. Un buono spunto è quello di interrompere una discussione che sta per sfociare in un violento litigio e recuperare la calma per affrontarla in un secondo momento. Parlare in modo pacato del proprio vissuto e formulare una richiesta ben precisa al nostro interlocutore è meglio che urlare spropositi e rimproveri che non portano da nessuna parte se non in un vicolo cieco di malumore e frustrazione. Esprimere i fatti che ti hanno contrariata, quello che hai provato, quello che ti disturba ogni qual volta che c’è un dissidio è utile per risolvere la questione e non accumulare malumori inutili per giorni e giorni.
  4. Pratica l’empatia asciutta: per non sentirti svuotata ogni volta che un’amica, il partner, una collega si sfogano parlandoti dei loro problemi e sommergendoti letteralmente fino a toglierti il respiro ed il buonumore è necessario farsi scudo e preservare la propria serenità attraverso un atteggiamento empatico asciutto. Cosa significa? Vuole dire ascoltare a distanza, dispiacendosi per la persona in questione ma tenendo gli stati d’animo negativi lontani. Ascoltare senza lasciarsi coinvolgere emotivamente.
  5. Taccuino del positivo e lista dei “NON VOGLIO PIÙ”: annotare il buono che c’è in te, gli istanti di felicità, i successi e le soddisfazioni e gli stati d’animo che ti fanno stare bene è utile nei momenti NO, per ricordarti che una giornata storta non può rovinare l’esistenza. Rileggere il taccuino del positivo non può che migliorare l’umore. La lista dei “Non voglio più” serve invece ad annotare tutto ciò che è tossico e stantìo nei rapporti con gli altri, nel tuo ambiente. Tenere aggiornata la lista è fondamentale per tenere in ordine la tua sfera di serenità e non permettere a niente e nessuno di creare caos al suo interno.
Ecco alcuni consigli che ho pensato di condividere con voi. Cosa ne pensate? Io credo proprio che inizierò dalla lista dei “Non voglio più” per iniziare con consapevolezza a fare un po’ di pulizia nei rapporti e nelle situazioni.



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