La dipendenza affettiva, una forma di amore malato

A volte è facile confondere la dipendenza affettiva con la totale devozione nei confronti della persona amata o dei figli eppure, questa forma di amore cieco, è molto insidiosa e, come tutte le dipendenze, porta molti danni nella vita di chi la subisce.
Essere dipendenti a livello affettivo significa amare troppo, amare male e amare facendosi del male. È un amore malato ed usurante che porta ad annullarsi nell'altro.
In apparenza le persone che soffrono di questa dipendenza cercano una “relazione perfetta” con il partner, con i figli o con i genitori. In realtà questa relazione ideale altro non è che pura abnegazione al fine di compiacere e soddisfare l’altro esprimendo un modo assoluto di dare amore.
Vi è un enorme vuoto interiore che si cerca invano di riempire, si ha paura dell’abbandono, si è estremamente gelosi ed eccessivamente devoti.
Le persone che soffrono di dipendenza affettiva sono generalmente insicure e hanno un livello di autostima molto basso. Necessitano di rassicurazioni, risposte, conferme e fanno il possibile e l’impossibile per essere amate. Si mostrano accomodanti e compiacenti perché credono che l’amore vada meritato. È come se rincorressero continuamente il sentimento anziché viverlo ed assaporarlo. Sono convinte che per essere amate è necessario fare quello che l’altro vuole e, per questo, sono disposte a tutto.

Cosa c’è all'origine della dipendenza affettiva?
La persona dipendente a livello affettivo è convinta di non valere niente. Questo accade a causa di una carenza affettiva riguardante l’infanzia, periodo durante il quale la dipendenza dei bambini dai genitori è un fatto del tutto naturale e necessario per costruire piano piano la propria personalità. Una sana dipendenza dalle figure di riferimento permette di acquisire la propria indipendenza e autonomia. Quando ciò viene a mancare, il bambino diventa un adulto dipendente, sempre alla ricerca del riconoscimento da parte dell’altro. La carenza affettiva è perciò determinante, poiché lede l’autostima.

Quali sono i sintomi?
Ansia del distacco, senso di vuoto e smarrimento quando si è soli, gelosie immotivate sono alcuni sintomi che si manifestano quando si soffre di dipendenza affettiva. A volte il malessere emotivo sfocia in veri e propri disturbi fisici come ad esempio dolori al petto quasi a voler sottolineare la sofferenza del cuore, dovuta ai sentimenti che queste persone provano. La sofferenza è vera, tangibile.
La serenità interiore e la fiducia in se stessi è determinata dall'altro. Basta quindi un malumore del partner per scatenare il senso di colpa, lo smarrimento totale. Si ha paura dell’abbandono, e ci si sente subito persi.

C’è un lato nascosto nella dipendenza affettiva?
La dipendenza affettiva è subdola e meschina e spesso viene vista come un disagio vissuto unicamente dalla persona che la subisce. In realtà vi è un lato nascosto che porta la persona dipendente a mettere in atto una forma di controllo nei confronti dell’altro. La totale dedizione, l’essere sempre pronte a dare tutto è un modo per controllare e per limitare la libertà altrui e tenere la persona in questione legata a sé. È come se diventasse un’arma, una forma di ricatto dalla quale è difficile prendere le distanze.
Uno degli aspetti più gravi è quello di pensare di non essere nessuno indipendentemente dall'altro, perciò lo si tiene legato a sé in maniera eccessiva, controllando la sua libertà e facendo leva col ricatto emotivo sui sensi di colpa.

Come se ne esce?
Accettando di sentire il vuoto che si ha dentro, riconoscendo il senso di inadeguatezza, affrontando la paura dell’abbandono. Solo con la consapevolezza è possibile riconoscere se stessi come esseri indipendenti, autonomi e forti. È necessario capire che si è qualcuno anche se non ci si vede riflessi nello sguardo dell’altro. Bisogna cercare quella forma di riconoscimento che non c’è stata durante l’infanzia per poter capire chi si è veramente, per poter affermare di essere completi.







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