Offese, imparare a gestirle per proteggere noi stessi

“OFFESA: danno morale recato alla dignità di una persona con atti o con parole”.
L’offesa è più di questo, a volte va oltre il danno morale. È una ferita aperta che brucia, pulsa e continua a fare male.
Spesso le persone ci colpiscono e ci feriscono con i loro comportamenti aggressivi, con le loro parole pungenti e non sempre è facile incassare il colpo e reagire in maniera adeguata. A volte si resta in silenzio a leccarsi le ferite, a volte si reagisce d’istinto attaccando allo stesso modo. Quel che è certo, è che un’offesa, sia essa una parola di troppo o un gesto sgarbato, colpisce e fa male.

L’offesa ha l’aspetto di un commento inappropriato, di un ringraziamento mancato, di un litigio, della scarsa considerazione. Vi è mancanza di tatto, che sia un fatto involontario o meno.
Ci si sente feriti, a volte si reagisce in maniera esagerata ad una parola di troppo detta da una persona cara, da un collega o amico. Si finisce per rimuginare per giorni interi, ci si arrovella per cercare una motivazione valida che giustifichi un determinato comportamento...insomma, l’offesa colpisce e spesso confonde.

L’intensità del dolore non è detto che corrisponda alla reale gravità di quello che ci colpisce, ma da come reagiamo (R. Selling-“Le persone ferite sanno ancora volare”).
Ecco perché è importante imparare a proteggersi dalle offese e dai torti altrui. Come? Imparando a far valere i propri punti di forza e gestendo la situazione con consapevolezza.
Abbiamo, infatti, il potere di lasciare andare il bruciante fastidio causato da un’offesa anziché alimentarlo e permettergli di farci male ancora di più.
Qualche piccolo consiglio arriva dall'autore sopra citato:
  1. NON FARE FINTA DI NIENTE: siamo consapevoli di essere stati feriti. Come prima cosa dobbiamo percepire questa condizione, anche se spiacevole. Spesso non è facile ma lasciare cadere la cosa per paura di elaborarla è un errore da non compiere. Riconoscere l’offesa e identificare chi l’ha messa in atto ci permette di porre attenzione ad una situazione che necessita di chiarimento. Accantonandola finiremmo per provocare solo conflitti interiori e tensioni; 
  2. NON SUBIRE PASSIVAMENTE: quando si subisce un’offesa può capitare di reagire istintivamente, scatenando veri e propri teatri grotteschi, o restare in silenzio incassando il colpo senza sapere cosa dire e cosa fare. Ebbene, in entrambi i casi si sbaglia. È opportuno, infatti, essere presenti in maniera adeguata. Per esempio usando una forma di comunicazione chiara e neutra: “Cosa intendi dire?” oppure: “Potresti spiegarti meglio?”. Questo tipo di intervento non svela niente, lascia spazio ad un chiarimento e obbliga la persona a dare spiegazioni. Intanto si ha la possibilità di chiarirsi le idee; 
  3. VIVERE LO STRESS: quando ci sentiamo attaccati non riusciamo a vedere con lucidità le situazioni. Vediamo o tutto bianco o tutto nero. Questo ci porta ad attaccare o a chiuderci in noi stessi in balìa dell’offesa ricevuta facendo scorta di tensioni che prima o poi esploderanno o, nel peggiore dei casi, danneggeranno a lungo andare umore ed emozioni. Dobbiamo imparare a dirigere la tensione accumulata e tenerla sotto controllo per evitare di diventare aggressivi nei confronti della persona in questione (abbassandoci al suo livello) o di chi non c’entra niente. 
  4. GUADAGNARE DISTACCO: spesso l’ondata emotiva che scaturisce dopo essere stati attaccati ed offesi non permette di vedere con lucidità la situazione. Perciò è necessario recuperare terreno domandandoci cosa è successo veramente, ripensando a cosa ha detto l’altro, a quali gesti ha compiuto, come abbiamo inteso ciò che è successo, quanto ha detto o fatto lui e quanto è partito da noi. Basta fermarsi un attimo, cambiare prospettiva spostandosi di lato, guardando da un’altra parte, cercando quindi il distacco momentaneo dalla situazione. 
Questi i consigli utili e pratici dell’autore del libro “Le persone ferite sanno ancora volare”...assolutamente validi ed applicabili per un confronto ragionevole.
Se invece l’offesa arriva alle spalle, senza alcun confronto diretto ma solo con un parlottare in sottofondo?
Beh, quello è tutto un altro paio di maniche...non è più offesa. È viltà. 


Commenti

Anonimo ha detto…
L'ideale sarebbe riuscire a non offendersi e non credo sia poi così difficile da ottenere come risultato.
Temo che sia un qualcosa che ci tiriamo dietro fin da bambini quando veniamo ripresi perché non siamo ubbidienti o non diamo retta.
Forse questo arriva a condizionarci anche da adulti, intendo il fatto di essere sensibili al giudizio degli altri e dare troppa importanza a ciò che gli altri dicono di noi, apertamente oppure "alle spalle".
Penso stia tutto nell'essere consapevoli di chi siamo, di quello che è il nostro valore, e di percepire le offese per quello che sono: lo sfogo di una persona spesso frustrata.
E dargli il giusto peso...

Ciao :-)
Lara ha detto…
Ciao! Hai ragione, spesso siamo così sensibili al giudizio altrui da renderlo forte e condizionante a tal punto da rovinarci intere giornate. Condivido il tuo pensiero riguardo al giusto peso da dare alle parole in base a chi le pronuncia... Personalmente ho fatto molta fatica ad imparare questa cosa e ancora mi capita di cascarci. Le offese colpiscono sempre ma, come dici tu, avere una buona consapevolezza di sé e del proprio valore ci aiuta ad andare oltre e a non dare troppa importanza a chi cerca solo di smontare le nostre certezze e di demolirci. Grazie per aver condiviso il tuo pensiero🤗

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