Piccoli passi per volersi bene: Addio critico interiore!

Quanto è difficile tenere a bada il nostro critico interiore, quel personaggio burbero e scorbutico che non ci risparmia niente? Il criticone che cerca sempre di sminuirci e di farci sentire fuori posto anche quando non è necessario?
Sembra quasi un personaggio vero, un soggetto scomodo che pare non abbia di meglio da fare nella sua esistenza che criticarci, eppure...quello strano individuo siamo noi. Spesso le critiche più dure che riceviamo non arrivano dall'esterno ma dalla persona che più dovrebbe amarci.

Avere un buon livello di autostima non sempre appare scontato. La capacità di accettare se stessi e di avere fiducia nelle proprie capacità purtroppo non è una dote innata.
Quando commettiamo un errore, seppur banale, un’odiosa vocina interiore si fa sentire con tutta la sua prepotenza esprimendo giudizi ed osservazioni pesanti che ci indeboliscono e scoraggiano.
Se la nostra autostima non è sufficiente a zittire il critico dentro di noi, che cosa può aiutarci a stare meglio?
Un buon livello di auto-indulgenza, ovvero, la capacità di accettare i propri errori e mancanze riconoscendo la propria imperfezione. Non si può fare tutto! L’auto-indulgenza ci ricorda che è naturale commettere errori.
Quindi autostima e auto-indulgenza sono il binomio perfetto per atterrare e zittire, una volta per tutte, il nostro critico interiore.
Come faccio a sviluppare una sana e indispensabile auto-indulgenza?
Basta dialogare con il nostro io interiore in maniera affabile. Parlare a se stessi con gentilezza migliora il rendimento cognitivo, la memoria e la concentrazione. Sminuire e criticare in continuazione, al contrario, rende insicuri, poco inclini a “buttarsi” ed agire.
Spesso regalarsi qualche parola gentile non è semplice. Siamo molto più inclini alla critica che all'elogio e all'incoraggiamento.
Elsa Punset ci suggerisce una routine per allontanare il nostro critico interiore e per rafforzare la nostra autostima.

LA ROUTINE
Quando in tuo critico interiore inizia la sua opera di “demolizione” immagina di essere in un luogo tranquillo, con una persona che ti vuole bene.
Ora visualizza il tuo interlocutore che si rivolge a te con estrema dolcezza; ciò allevierà in modo significativo la sensaione di tristezza, inferiorità o vergogna che percepisci, qualunque sia la causa.
Un esempio valido per comprendere meglio questa routine può essere questo:
sei a dieta, ma oggi è una “giornata no”. Non ne hai combinata una giusta, tutto è andato storto sul lavoro così arrivi a casa e mangi un’ intero pacco di biscotti. Il tuo critico interiore inizia la sua opera distruttiva: “Fai pena! Sei debole! Non riuscirai mai a perdere peso!...”. Come ti parlerebbe la tua amata nonna, per esempio? Di certo non così. Ti direbbe: “Tesoro mio, lo so che hai finito i biscotti...pensavi che ti avrebbe fatto stare meglio, e invece ti senti peggio, vero? Che dici, andiamo a far una bella passeggiata insieme, così fai un po’ di esercizio?”.
È semplice: basta parlare a se stessi esattamente come farebbe una persona che ci vuole molto bene. (Tratto da: “Il libro delle piccole rivoluzioni”- E. Punset)

“Dialogare significa un’accoglienza cordiale e non una condanna preventiva.
Per dialogare bisogna saper abbassare le difese, 
aprire le porte di casa e offrire calore umano” (Papa Francesco) 
...anche a se stessi! 



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