Diario #21: Che fine hanno fatto EMPATIA e COMPASSIONE?

Sono indignata. Il mese di Maggio finisce così, dopo temporali continui e repentini, Royal wedding e governi che non riescono a partire.
Perché sono indignata? Non per i disagi provocati dal maltempo, non per gli errori di stile e di protocollo del matrimonio reale e nemmeno perché in questo Paese, dopo ottanta giorni o giù di lì, non si riesca a far partire un governo, no no...la mia indignazione riguarda quelle persone che non riescono a calarsi nei panni degli altri, che non riescono a capire la difficoltà manifesta di una persona che sta vivendo un brutto momento.
Da spettatrice mi domando: Che fine hanno fatto empatia e compassione? Perché non ci si ferma a pensare per un attimo all'altro offrendo un piccolo aiuto? Perché è così difficile capire e percepire ciò che va oltre noi stessi?
Egoismo? Egocentrismo? Cattiveria allo stato puro? Io proprio non lo so. Di certo provo disagio quando mi trovo ad avere a che fare con persone che chiudono così facilmente gli occhi.

L’EMPATIA è la capacità innata che permette di percepire in quale stato emotivo si trovano le persone che ci circondano. Ci connette col mondo circostante, ci rende sensibili , ci ricorda che siamo legati gli uni agli altri.
La COMPASSIONE, invece, è la capacità di mostrarsi sensibili e attenti alla sofferenza degli altri. È all'origine dei gesti di sostegno e di aiuto che possiamo offrire, apre il nostro animo a ciò che ci circonda e ci dona le energie necessarie per offrire il nostro aiuto a chi ne ha bisogno.

Bene, in un momento storico in cui la connessione è imprescindibile che fine ha fatto l’empatia? Forse dovremmo cercarla nei nostri telefoni, in quelle teste basse concentrate solo a guardare uno schermo anziché un paio d’occhi? Dove sono i legami veri?
Non lo so, pare non si riescano più a sentire le persone. Si è sempre concentrati su altro, su qualcosa in apparenza più importante. Ecco che la compassione, insieme all'empatia, finisce nella spazzatura e i disagi, le sofferenze, le crisi altrui non sono cose che ci riguardano. Siamo sempre connessi ma nello stesso tempo sconnessi da chi ci circonda, dalle persone con cui condividiamo intere giornate.
Non si possono calpestare le persone, non si può andare avanti ad ignorare tutto e tutti pensando di essere soli al mondo e di scavalcare i sentimenti e la correttezza per giungere solo ai propri scopi
.

No, non si può. Sono davvero spaventata da tutta questa indifferenza, dalla mancanza di ascolto e di sguardi attenti. Che fine ha fatto l’importanza della PERSONA? Tutto questo mi indigna...pur essendo semplicemente una spettatrice.
Sarò controcorrente ma io ancora ci tengo a connettermi alle persone, a capirle e a prestare la mia vicinanza. A volte questo atteggiamento viene sfruttato in maniera spudorata, è vero, ma nella maggior parte dei casi ha sempre pagato. Anche in questo frangente, presterò ascolto e offrirò la mia presenza perché credo molto nel valore che la vicinanza può portare.

“Non dobbiamo permettere a nessuno di allontanarsi dalla nostra presenza, senza sentirsi migliore e più felice” – Madre Teresa di Calcutta

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