Rispetto, questo sconosciuto

Che fine ha fatto il rispetto? Ricordo da piccola le continue rimbeccate dei miei genitori e nonni sulla buona educazione e il rispetto che era necessario portare nei confronti degli adulti, dei parenti, dei vicini, dei maestri, dei compagni ed amichetti, del postino, del fruttivendolo, degli animali, della natura...potrei andare avanti quasi all'infinito, vero? Siamo cresciuti così, con la consapevolezza dell’importanza del rispetto. Un aspetto che andava di pari passo con l’educazione e le famose parole gentili che oggi sembrano essere state dimenticate.
Trovo assurdo il fatto che dei vicini di casa facciano fatica a salutarsi, che genitori e nonni vengano tiranneggiati dai bambini, che tra colleghi ci si accoltelli alle spalle ogni giorno, che si possa buttare spazzatura dove la natura dovrebbe regnare sovrana...che si possa pensare che il rispetto non sia un fondamento essenziale nell'esistenza di ognuno.

Oggi sono critica, me ne rendo conto, a ragion veduta. Mi accorgo che molto spesso si vive circondati da persone che pensano solo a se stesse, egoiste e uniche protagoniste dell’esistenza. Un egocentrismo ed un individualismo che spaventano.
Se è vero che il rispetto è il sentimento di riguardo per qualcuno o per qualcosa beh, mi viene da dire che ormai è un valore in via di estinzione.

Ho cercato la definizione di RISPETTO ed ecco cosa ho trovato:
Il rispetto è la considerazione speciale che si dà a qualcuno o a qualcosa, lo si riconosce come valore sociale e speciale. Molte forme di rispetto si basano sulla relazione di reciprocità.
Il rispetto nelle relazioni interpersonali comincia nell'individuo, nel riconoscimento dello stesso come entità unica, che necessita e vuole comprendere l’altro. Consiste nel saper valutare gli interessi e necessità di un altro individuo”
.
Ora è tutto chiaro, oggi non vi è più la considerazione speciale nei confronti delle persone e delle cose in generale, non si ha la necessità né la volontà di comprendere l’altro e di riconoscerne l’importanza.
Si pensa di essere al mondo da soli...quante volte ripeto questa frase mentre viaggio in macchina e mi trovo a dover barcamenarmi in una giungla fatta di metallo e asfalto, quando vengo svegliata all'alba da vicini poco educati che urlano e non pensano a chi sta ancora dormendo perché magari ha orari diversi dai loro, quando sono in fila dal panettiere e vengo superata con indifferenza mista a strafottenza... “PENSI DI ESSERE AL MONDO DA SOLO?!?!”...e ancora, e ancora...

Questa di oggi è una semplice riflessione, scaturita dall'ennesima manifestazione di mancanza di rispetto. Scusate ma io proprio non ce la faccio a tollerare certe situazioni e comportamenti. Mi arrabbio, sento di poter scoppiare da un momento all'altro e dire cose poco educate, così mi riduco a stare in silenzio la maggior parte delle volte e a non lasciare che il comportamento altrui condizioni negativamente il mio. In seguito mi domando se il silenzio non equivalga in qualche modo all'indifferenza e se anche io, nel mio piccolo, non finisca per alimentare questa mancanza di considerazione generale e generica.
Dovrei urlare e sbraitare ad ogni strada tagliata in macchina, ad ogni brusco risveglio, ad ogni turno dal panettiere rubato?!? Ne vale davvero la pena? Quello che faccio è arrabbiarmi, lasciare passare la spiacevole sensazione e continuare a comportarmi nei confronti degli altri con lo stesso rispetto che vorrei ricevere. Sapete come si dice? “Nulla produce nell'uomo un’impressione più positiva e profonda dell’esempio”...magari non cambierà nulla ma il rispetto sento di doverlo a me stessa (evitando di cadere in basso con comportamenti poco educati), agli altri e alle cose in generale.
Sarò demodè...pazienza.

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