Piccoli passi per volersi bene: Perché lavoro?

Riprendere la solita routine dopo il rientro dalle vacanze non sempre è facile. Ci vuole un po’ di tempo per riprendere i ritmi e le abitudini ormai dimenticate (più che altro accantonate) a favore di relax e tranquillità.
Il lavoro, in particolare, appare quasi come un ostacolo. Non si ha proprio voglia di ricominciare, di riprendere in mano situazioni lasciate in sospeso, rivedere certa gente e trovarsi magari a discutere di argomenti triti e ritriti il giorno del rientro in ufficio. Per non parlare della fatica e della stanchezza che ci colpiscono improvvisamente portandoci disperatamente a pronunciare ogni due per tre la frase ricorrente: “Chi me l’ha fatto fare?”.
Non si può restare in vacanza per sempre e, prima o poi, il peso delle responsabilità lavorative si rifà vivo prepotentemente rovinando la sensazione di benessere maturata durante le ferie in un solo istante. Il lavoro in ci appare come qualcosa di detestabile, un ostacolo a quella che sarebbe una vita perfetta. Ma è davvero così, oppure vediamo le cose in maniera pessimista e catastrofica?

“Il libro delle piccole rivoluzioni” ci dà uno spunto interessante di riflessione. L’autrice scrive:“Il filosofo Charles Péguy racconta che quando si recò in pellegrinaggio a Chartres vide un uomo stanco che sudava e tagliava la pietra. Gli chiese: "Che cosa sta facendo signore?" e lui rispose "Non vede che sto tagliando la pietra? È un lavoro duro, mi fa male la schiena, ho sete, ho caldo… Sono un subordinato, eseguo gli ordini e basta".
Péguy continuò a camminare e in lontananza vide un altro uomo che non sembrava altrettanto amareggiato. Gli domandò: "Che cosa fa?", “Mi guadagno da vivere” rispose l’uomo. Il filosofo proseguì ancora finché non vide un terzo tagliapietre. Gli fece la stessa domanda e si sentì dire: "Sto costruendo una cattedrale, signore". I tre uomini svolgono la stessa attività, ma ciascuno le attribuisce un significato completamente diverso. Quando si ha chiara in mente l'immagine di una cattedrale, non si taglia la pietra allo stesso modo”
.

Personalmente ho iniziato il nuovo anno scolastico con positività e slancio pensando alla piccola “cattedrale” che devo costruire quest’anno e i prossimi anni con i bimbi e per i bimbi della mia classe. Anni fa non nego di aver avuto il mio momento di crisi durante il quale pensavo solo “alla fatica, al sudore e al mal di schiena” che il lavoro mi causava... Forse, se avessi avuto un piccolo promemoria a ricordarmi perché ho scelto di insegnare, avrei pensato solo alle piccole pietre che piano piano costruiscono qualcosa di grande e meraviglioso per i tanti bimbi che ho la fortuna di incontrare. Ora lo so.
E voi, avete ben presente qual è la vostra “cattedrale”? Ecco una routine per ridare slancio alla motivazione sul lavoro.

LA ROUTINE:
Perché lavori tanto? È importante dare almeno una risposta positiva a questa domanda. Annotala su un foglio e tienila bene in vista. Rileggilo quando hai bisogno di una scarica di energia prima di andare al lavoro. Ecco un esempio:

PERCHÉ LAVORI?
CHE SIGNIFICATO HA IL TUO LAVORO PER TE?

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