Provocazioni gratuite: come difendersi ed imparare a gestirle

Provocazioni sul lavoro, in famiglia, a scuola,quando si portano i figli a fare sport, sui social...si arriva a fine giornata con la sensazione di avere combattuto per ore e ore su un ring. Un corpo a corpo con la cattiveria altrui e con l’invidia imperante che lasciano davvero sfiniti, KO.

Come ci si può difendere dalle provocazioni? Quali sono le strategie adatte per gestirle in maniera ponderata senza rinunciare alla propria integrità? Innanzitutto è importante capire chi è realmente il provocatore. Generalmente è una persona apparentemente normale, integrata, spesso carismatica e con un forte senso di competizione. Persone di questo genere tendono a sminuire l’altro, a volte in maniera velata altre con critiche aperte. Spesso non è facile smascherarle perché utilizzano come armi affilate frasi in apparenza inoffensive e il sarcasmo come mezzo per deridere ed attaccare. Il provocatore agisce piano, disorienta con i suoi atteggiamenti ambigui finché non riesce ad annientare la sua preda. Ci si sente spaesati e sfiniti, si avverte un certo disagio...sensazioni, queste, da non sottovalutare perché sono dei veri e propri campanelli d’allarme.

Spesso a cadere nella rete distruttiva del provocatore sono le persone sensibili ed empatiche, decisamente aperte nei confronti dell’altro e propense all'ascolto. Il primo passo per difendersi dagli attacchi è imparare a sfruttare al meglio la propria sensibilità per comprendere quelle sensazioni di disagio che si provano in determinate situazioni e trarne vantaggio per smascherare gli attacchi e per non essere travolti dalla cattiveria. Anche utilizzare la razionalità per ragionare sulle azioni scorrette di un provocatore è utile per capire i bluff che egli mette in atto. Spesso dopo aver compiuto un gesto o aver detto qualcosa di sgarbato, che ci ha feriti, il provocatore tende a sminuire la gravità della cosa facendoci passare per l’esagerato di turno. È bene non permetterglielo e manifestare il nostro disappunto. Una persona in buona fede ci chiederà scusa capendo di averci feriti senza volerlo, il manipolatore no. Cercherà di avere comunque la ragione dalla sua parte. Staccarsi da una persona altamente distruttiva è la soluzione migliore per mantenere alti autostima e senso di affermazione; è importante farlo dicendo apertamente alla persona interessata che certi atteggiamenti e azioni ci feriscono e che non saranno più tollerati se continueranno a ripetersi nel tempo. Staccarsi non sempre appare facile perché si ha paura di perdere ciò che c’è di buono in una relazione di coppia, piuttosto che in un’amicizia, sul lavoro o con una familiare. Invece, se si sta male, si deve avere il coraggio di dire NO e di porre dei limiti ben precisi. Il coraggio di distaccarsi ed allontanarsi fisicamente o mentalmente da persone così altamente tossiche è un gesto che dobbiamo a noi stessi.

A tutti sarà capitato almeno una volta nella vita di avere a che fare con un provocatore (sono certa più di uno) e di essersi sentiti a volte sopraffatti, altre indeboliti e schiacciati, altre arrabbiati e battaglieri. Qualunque sia stata la risposta data, una cosa è certa: l’istinto ha fatto da guida per reagire e per tentare di non soccombere alle cattiverie altrui. A volte ci si riesce, altre no e si cade nella pericolosa rete dell’inganno di queste persone meschine e crudeli. Se le difese che si mettono in atto non bastano è bene chiedere un aiuto esterno. Di certo una persona cara, un collega fidato, un caro amico potranno venire in nostro aiuto per arginare l’azione perversa di questi distruttori insani, aiutandoci a riemergere e ricominciare a respirare. L’appoggio altrui è necessario laddove da soli non si riesce a difendersi.


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