Diario #25: Sul coltivare il proprio praticello
Avete presente quando una cosa parte male? Ecco, il mio
ultimo anno è iniziato così, male, dal giorno 1 ed è proseguito nello stesso modo per
i giorni e i mesi successivi, una concatenazione di sfighe che hanno danzato a
braccetto sopra la mia testa tipo nuvoletta di Fantozzi. Esagerata? Forse, ma
forse anche no. Chi sa può solo darmi ragione. Comunque...non voglio pensare alla “concatenazione”
perché altrimenti mi viene solo il nervoso e mi parte la voglia di fare un rito
scaccia sfiga, voglio pensare a quello che di bello ho potuto raccogliere
durante questa prima parte dell’anno perché, nonostante tutto, ora riesco a vedere solo ciò
che di positivo c’è stato grazie alle tante persone che hanno reso tutto speciale ed importante.
Userò una metafora...come maestra lo faccio spesso per spiegare
le cose importanti e un po’ difficili da esprimere...deformazione
professionale, passatemela. Mi viene in mente il famoso orticello, se ne parla
sempre quando si vuole raccontare qualcosa della propria vita. Ognuno di noi
coltiva il suo. Ecco, a me più che l’orticello piace il praticello. Bene,
se mi fermo ad osservare il mio praticello non posso non pensare alle numerose
ortiche pruriginose che hanno tentato in tutti i modi di rovinarlo con la loro
presenza in questi primi mesi dell’anno. Passiamo molto tempo a coltivare il nostro
piccolo importante appezzamento, con attenzione, cura e devozione ma quelle
erbacce fastidiose lo infestano sempre, non si può fare nulla per evitarlo, si
può
solo fare qualcosa per eliminarle ovvero: estirparle ancora, ancora e ancora affinché
siano solo un piccolo fastidio, una noia che ci farà apprezzare ancora di più
quel che c’è di bello una volta che (con fatica-perché l’erba grama non muore
mai), saremo riuscite a combattere le loro insidie.
Ora che ho tempo materiale per guardare con attenzione il
mio piccolo prato curato con tanto amore e devozione posso dirmi soddisfatta
del risultato. Cosa vedo? Vedo un vero e proprio giardino dove sono cresciuti
dei bellissimi fiori colorati. Sono tanti ma oggi darò importanza solo ad alcuni di
essi, che riguardano un ambito ben preciso. Vedo un grande grandissimo fiore
chiamato IMPEGNO che mi ha permesso di andare oltre la fatica, lo sconforto, la
solitudine e l’indifferenza...che mi ha concesso il lusso di godere del
supporto, dell’aiuto e della comprensione di molte persone che mi hanno dato
una mano a rimetterlo in sesto questo fiore, anche nei momenti in cui credevo
non ce la facesse, con la sua corolla inclinata e un po’ sgualcita. Non potrò
mai ringraziare abbastanza queste persone uniche, buone, spontanee, di cuore
che mi hanno fatto sentire la loro vicinanza quando ne avevo più bisogno. Grazie al loro aiuto è nato un altro
fiore chiamato GRATITUDINE perché si sa, quando lo sconforto passa, la fatica
si fa meno pesante grazie ad un supporto concreto, ti senti grato, e una nuova
forza ti spinge ad andare avanti e fare ancora meglio. La gratitudine è, a
parer mio, magica; non so come sia possibile ma ti fa sentire bene, ti fa
tornare le forze e ti permette di vedere ciò che di positivo c’è intorno a
te. Riesce a levare quei veli scuri che spesso annebbiano tutto, la mente, il
cuore. Il terzo fiore del mio giardino
si chiama SODDISFAZIONE ed è quella sensazione che provo alla fine di ogni anno
quando guardo negli occhi i “miei” bimbi e capisco di avere fatto con loro un
bellissimo percorso, a volte anche migliore di quello che avevo sperato, mi fa
sentire viva, mi ripaga di tutto, mi fa amare il mio lavoro sempre di più.
Il quarto fiore si chiama LEGAME che è quell'unione che nasce ed evolve
continuamente con le persone con cui giorno dopo giorno ho a che fare. Quando
si crea un legame si scambiano reciprocamente parti della propria vita e parti
della propria persona. Si dona e si accoglie in continuo. Io non posso fare a
meno dei legami, il mio lavoro mi permette di poterne godere appieno ogni
singolo giorno. Per me sono preziosi, sono necessari. Come potrei fare bene il
mio lavoro senza legami?
Come avrete capito oggi voglio celebrare la bellezza di
quella parte del mio praticello (diventato ormai un vero e proprio giardino)
che riguarda il mio lavoro e tutto ciò che di bello è scaturito dall'anno
scolastico appena trascorso. Non so davvero come descrivere tutto il bello che
ho portato a casa alla fine di questa esperienza, è troppo grande, è troppo
importante. Solo chi ha fatto questo percorso al mio fianco può
capire cosa intendo. Solo chi coltiva il proprio appezzamento con AMORE (che
sia un orto o un prato) sa quanto sia importante quello che sto dicendo. Grazie
a chi ha contribuito a far nascere dei bellissimi fiori nel mio giardino...nonostante
le erbacce! Sapete chi siete...
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