Pensieri, parole, opere e omissioni...delle Festività

A Natale siamo tutti più buoni...mah! Io, ad esempio, in questo periodo dell'anno divento più polemica, capita anche a voi? Tendenzialmente finisco per prestare attenzione a cose che solitamente non considero. Mi spiego meglio: avete presente quei messaggi inviati a cui non è mai stata data una risposta? Quei "dai ci sentiamo per organizzare qualcosa" a cui non è seguito un bel niente? Ecco, in questo periodo particolare tornano tutti prepotentemente alla memoria ricordandomi chi durante l'anno appena trascorso c'è stato e chi no. È inutile giustificare sempre, trovare delle risposte o delle spiegazioni a silenzi assordanti. Chi vuole esserci un modo per farlo lo trova, anche fosse con un breve messaggio per farti capire che ti pensa. Perché alla fine è il pensiero che conta, no? Già, il pensiero...

A quanti di voi sarà capitato di sentirsi dire questa frase. A me molte volte e in questi giorni è nata una piccola riflessione in merito: il pensiero, per essere veramente efficace deve essere “pensato”. Deve essere carico di significato, avere una sua sostanza altrimenti resta aria fritta. Prendiamo ad esempio quelle catene di messaggi di auguri standardizzati che arrivano tutti insieme ad una lista di contatti. Dove sta il pensiero? E il significato che si attribuisce al gesto? Certo, i contatti vanno selezionati prima dell'invio...quindi c'è un pensiero di fondo, no? Vogliamo parlare dei "pensierini" che altro non sono che un accrocco di oggetti messi insieme alla bell'e meglio perchè "sai, non ho avuto un attimo di tempo!" certo, con la frenesia dei giorni che precedono le Feste chi ha tempo per fare tutto? Pensieri, parole ed opere che perdono di significato proprio nel momento dell'anno in cui dovrebbero essere ancora più carichi di sostanza.

Eppure è così bello vivere la ricerca dei regali come un momento di serenità e di aspettativa (ovvio, con una piccola percentuale di stress, non lo nego). Aspettativa, avete letto bene, perchè anche nel donare c'è una forma di attesa che riguarda la reazione che le persone avranno nell'attimo in cui scarteranno il piccolo dono pensato per loro. Il momento della ricerca e della scelta assume un significato particolare se si pone attenzione a quelli che sono i gusti e le preferenze dei destinatari, scegliendo con cura oggetti che potrebbero piacere loro e farli sentire considerati. Ed è in quel caso che oltre al gesto si aggiunge il pensiero. A volte non è nemmeno necessario un oggetto. Un biglietto con un augurio dedicato, fatto di parole significative capaci di emozionare può valere più di qualsiasi cosa.

Pensieri, parole, gesti...mancano le omissioni. Con la vena polemica di questi giorni potrei elencarne molte ma darò peso solo a quelle mancanze che spesso mettiamo in atto nei nostri confronti. In questo periodo, come non mai, dovremmo fermarci a pensare un po' di più a noi, dedicando pensieri, parole e gesti gentili alla parte più fragile di noi, a quella più difficile da gestire, a quella più dura che sarebbe meglio smorzare un po', a quella più preoccuata, a quella che ci sopraffà quando siamo in difficoltà. Non contiamo su nessuno, pensiamoci noi. Questa è un'abitudine che andrebbe coltivata tutto l'anno insieme alla cura nei confronti delle persone care. Forse, così facendo, io per prima inizierei a focalizzarmi una volta in più sui bisogni delle persone che davvero ci tengono e sui miei, iniziando a vivere questo periodo dell'anno con una vena polemica meno attiva ed una serenità maggiore.



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