Tutti abbiamo bisogno di un nido in cui trovare affetto e protezione

Ognuno di noi ha bisogno di un NIDO, un rifugio dove trovare affetto e protezione.
La famiglia è il “porto affettivo” per eccellenza.
Sin da bambini percepiamo il senso di sicurezza e calore che il nido famigliare offre e, crescendo, cerchiamo di ricrearlo formandone uno nuovo, tutto nostro.
Spesso però non è necessario avere marito e figli per creare un porto affettivo sicuro.
Amici, colleghi e conoscenti possono offrire quella rete d’affetto, condivisione e protezione “indispensabile a chiunque”.
Ciascuno di noi è in grado di trovare il proprio nido in base alle proprie inclinazioni e secondo ciò che offre la vita.
L’ingrediente segreto è la presenza di un sentimento che circola ed unisce.

Il nido è collegato al bisogno di dare e ricevere affetto. Bisogna riconoscere le proprie necessità e il bisogno che si ha dell’altro; è uno scambio reciproco che porta benessere a chi ne fa parte.
Sapere di poter contare sulla vicinanza di qualcuno nei momenti di grande gioia e dolore è fondamentale.
Come si costruisce la rete affettiva ideale?
Cercando quello di cui si ha bisogno. Possono essere cose che ci accomunano ad altre persone oppure che ci differenziano, arricchendoci e completandoci.
Oggi l’idea di nido appare quindi svincolata da quella di famiglia come invece in passato accadeva.
Il concetto che è rimasto invariato è l’importanza del legame affettivo che non deve mancare mai in questo tipo di scambio reciproco col prossimo.
È bello sapere di poter contare su qualcuno e di poter vivere momenti emotivamente arricchenti.
Gli affetti devono essere profondi e avere un fondamento, devono avere uno spazio nel tempo.

La famiglia, che oggi è molto cambiata e sta tutt’ora cambiando –basta seguire i fatti di attualità- resta comunque l’esempio per la costruzione di un legame affettivo che farà da modello per quelli futuri.
Se è vero che il nido si può creare attraverso una rete affettiva e di scambio che comprende amici, colleghi, vicini di casa, compagni di scuola e quant’altro, fermo resta il punto che senza l’esempio del NIDO FAMIGLIARE mancherebbero le basi per ogni tipo di legame.
Famiglie tradizionali, allargate, mono genitoriali... sono numerosi gli esempi che si potrebbero fare.
Ciò che più interessa è: come porre le basi necessarie affinché in futuro i propri figli possano creare un nido differente da quello famigliare ritrovandone il senso di protezione e intimità?
Ho posto questa domanda ad alcune gentili mamme che hanno voluto lasciare il loro pensiero in merito. 


 Ecco cosa hanno scritto:

“La base per il nostro nido con due tetti è sempre stata quella di essere due genitori uniti nel dare ai bambini la certezza di  poter buttare tutti i sentimenti, belli o brutti che fossero, nelle mani dei grandi e ricevere in cambio la stessa voce di affetto, solidarietà e quando serviva di rimprovero.
Quante volte mi sono sentita dire "Tu e papà mi dite le stesse cose" ed è proprio questo l'obiettivo!

Creare nei bimbi la capacità di esternare i propri sentimenti a mio avviso sarà quello che da grandi permetterà loro di farsi conoscere e apprezzare da chi vorranno nel proprio nido, qualunque esso sarà”. 

Roberta, mamma di due bimbi di 5 e 9 anni.



*******************
 
“Spesso penso ai miei figli, attualmente bambini di 9, 7 e 3 anni, come a futuri adulti e ciò che mi auguro di più per loro è che possano costruire rapporti solidi e schietti con le altre persone.
Che diventino adulti consapevoli e in grado di amare ed amarsi.  So che dipende molto dall'imprinting familiare che io e mio marito possiamo dargli in quanto genitori attenti e amorevoli.

Lo so, trasgrediranno le norme e le regole che ora condividiamo tutti in famiglia, lo so che mi terranno col fiato sospeso, lo so che saranno perfettamente diversi da quello che ho sognato per loro e che inevitabilmente saranno identici a loro stessi, lo so che saranno individui in cui non potrò più specchiarmi, so che mi stupiranno, sorprenderanno, deluderanno, ma anche che mi regaleranno gioie e soddisfazioni che ora non posso immaginare.

In tutto quello che sarà il loro processo di "essere umani"' so anche che si porteranno sempre dentro le suggestioni del "nido" in cui sono stati cresciuti, un posto unico in cui poter sbagliare e cadere e sporcarsi, anche metaforicamente.

So che ci sono sensazioni di cui ci si intrisa, e che formano quella coscienza di sé che ti permette di crescere e crearti un mondo affettivo del tutto nuovo, originale e personale, diverso eppure rispecchiante parte di ciò che hai ricevuto in infanzia.

Sono consapevole di quanto sia fondamentale fare la mia parte materna in questo progetto, affinché i miei bambini possano un giorno vivere con gioia ed entusiasmo il distacco dal "nido" e proiettarsi con fiducia altrove.

Un altrove che saprà anche un po' di quella casa che hanno lasciato".

Nonsolomamma

*******************

"Dal mio punto di vista di mamma il problema in sé non si pone perché lo scopo di stare insieme ogni giorno, genitori e figli, e quello di riuscire a vivere un rapporto costruttivo che consenta al futuro adulto di vivere la vita in pienezza.
Fa parte del percorso di ognuno lasciare la famiglia di origine e il nostro compito è cercare di fornire più strumenti possibili e utili.
Dal punto di vista pratico sono stata così impegnata a cercare di far fronte alle difficoltà che si presentavano giorno per giorno che non so se ho seguito un progetto organico e soprattutto non mi sono mai posta il problema di creare un NIDO.
Penso che quello fosse il mio compito principale e non ho dovuto metterlo in discussione.
Con l'età certe domande non te le poni più".
Fra, mamma di due ragazzi di 17 e 21 anni

*******************

"Il “nido famigliare” che apparentemente può sembrare una piccola realtà, a mio avviso è invece un luogo immenso, dove ogni membro che ne fa parte deve sentirsi libero di potersi esprimere, di poter sbagliare senza il terrore di venire punito o non capito.

Alla base del rapporto credo sia fondamentale il dialogo, fin dai primi mesi; abituarsi a parlare con i propri figli, spiegare loro le cose che ci circondano, certo con le modalità appropriate alla loro età, ma non stancarsi mai di parlare ed ascoltare.

Insegnare che non si deve fare sempre tutto in maniera perfetta, che gli errori sono normali perché aiutano a crescere, a migliorarci e quindi non devono sentirsi terrorizzati all’idea di poterne parlare in famiglia.

La famiglia è il punto di partenza per imparare ad essere sinceri e leali, per imparare il rispetto, per il confronto, per condividere le gioie più grandi ma anche per soffrire insieme.
I figli dovrebbero sempre avere questo punto fermo nella loro vita: sapere che all’interno del proprio nido possono e potranno sempre sentirsi se stessi.
I genitori, invece, dovrebbero cercare di far emergere le capacità grandiose che sono racchiuse in ogni figlio e che ognuno di loro è diverso, quindi evitare in assoluto il paragone.
Questo aspetto dovrebbe manifestarsi anche nelle maestre, nei professori, negli allenatori: capire i ragazzi, aiutarli, spronarli, incoraggiarli e quando serve sgridarli ma mai demoralizzarli, deriderli.

Aiutiamo i nostri ragazzi ad alimentare la propria autostima, questo li porterà a volersi bene e di conseguenza a voler bene  anche agli altri: solo in questo modo potranno camminare sicuri nel mondo, non solo nel loro nido”.
 Anna, mamma di Michelle e Matteo di 11 e 14 anni

Ecco i pensieri che ho raccolto...ricchi, vari e significativi.


Ringrazio ancora chi ha collaborato lasciando parte della propria esperienza come genitore e chi vorrà aggiungerne altri lasciando parlare il cuore...

Dal Web


Commenti

Tatata ha detto…
"Un altrove che saprà anche un po' di quella casa che hanno lasciato".
Bellissima definizione!
Lara ha detto…
...precisamente!
DOC ha detto…
"Come porre le basi necessarie affinché in futuro si possa creare un nido differente da quello famigliare ritrovandone il senso di protezione e intimità?"
Con tutta probabilità i nostri figli ricreeranno gli attaccamenti che hanno vissuto nella loro infanzia; dunque offrire ai nostri figli uno stile di attaccamento sicuro (il miglior stile di attaccamento nei rapporti significativi secondo Bowlby, che lo contrappone ad attaccamenti insicuri, ansiosi/ambivalenti o, addirittura,disorganizzati) è la migliore eredità che possiamo lasciar loro per creare,a loro volta, delle relazioni solide e sicure lontani da insicurezze e ambivalenze.
Lara ha detto…
Grazie DOC per un altro dei tuoi preziosi interventi che di certo verrà preso in considerazione da molte mamme.
Ris78 ha detto…
Il nido dovrebbe essere un po come la rete del circo: se cadi ti salva ma se salti ti fa volare!
Lara ha detto…
Un bellissimo pensiero...grazie per averlo condiviso.

Post Popolari

Dovremmo guardare il mondo con gli occhi di un bambino...

La ferita del tradimento

Piccoli passi per volersi bene: Come difenderti dall'invidia